Sembravano le dominatrici dei Mondiali, e invece in meno di 48 ore 3 nazionali sudamericane sono state “spazzate” via dal Sudafrica da altrettante compagini europee. Si può parlare di “rivincita” per il Vecchio Continente, visto che fino ai quarti la supremazia “latina” sembrava inarrestabile: 4 squadre su 8, con Brasile e Argentina considerate favorite a contendersi la Coppa del Mondo.
E invece la “Caporetto” dell’America del Sud è cominciata proprio con la disfatta dei carioca, imbrigliati dal “calcio totale” dell’Olanda e “matati” da Wesley Sneijder, centrocampista dell’Inter ormai assurto al rango di fenomeno.
E’ andata ancora peggio all’Argentina di Maradona, umiliata dalla Germania con un roboante 4-0 che non lascia spazio a dubbi e recriminazioni. La “Seleccion” è stata dominata dai tedeschi sotto tutti i punti di vista: tattico, atletico e psicologico. E per il “Pibe de oro” il processo mediatico è già cominciato.
Terza eliminazione, questa più prevedibile, è stata quella del Paraguay. La “Albirroja” è uscita a testa alta contro la Spagna, battuta solo da un gol di David Villa, l’attaccante più in forma della competizione iridata. I paraguaiani possono però recriminare per un gol dubbio annullato a Valdez e per aver sbagliato un rigore sullo 0-0.
A rappresentare il “cono sud” dell’ America Latina in Sudafrica è rimasto pertanto solo l’Uruguay, il Paese più piccolo di tutti, anche se con una grande tradizione calcistica.
Si è quindi infranto il sogno del quale aveva parlato il presidente brasiliano Lula, che si era detto felice di poter assistere ad un “mundial” dal sapore nettamente sudamericano, visto appunto la presenza di Argentina, Brasile Paraguay e Uruguay nei quarti.
Ma ora, e’ rimasta in corsa solo quest’ultima nazionale, la “Celeste”: un’altra lezione, affermano tanti tifosi a Montevideo, impartita dall’allenatore della squadra, il “maestro” Oscar Tabarez. E poco importa se l’Uruguay si è qualificato solo all’ultimo momento, e cioè con la serie dei rigori, grazie all’ultimo messo a segno dal “Loco” Sebastian Abreu: ora le sorti di un intero continente sono nelle mani di Forlan e compagni.