All’Inter augura ancora tanti successi, tranne che in Champions League. In quel trofeo vuole fare il bis e tenerlo per sé, ora che è passato sulla panchina del Real Madrid. Josè Mourinho, in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport di giovedì, parla della sua ex squadra, ma anche di Milan, delle differenze tra calcio italiano e spagnolo, delle auspicate tecnologie in auto agli arbitri.
Con il presidente Moratti ”il rapporto continua – esordisce – ci sentiamo ogni settimana”. Quelli trascorsi a Milano ”sono stati due anni fantastici. Li porterò per sempre con me”. Dal mercato estivo è uscito un Milan ancor più competitivo: ”Ibra e Robinho sono tra i migliori al mondo. Il Milan è molto più forte dell’anno scorso”. Ed infatti il tecnico portoghese lo inserisce tra le favorite per vincere la Champions, insieme al suo Real, Barcellona, Inter, Chelsea, Bayern Monaco e Manchester United.
La campagna nerazzurra si è invece chiusa senza grosse novità. Ma per Mourinho non si possono fare paragoni con la sua Inter: ”Io sapevo che la squadra aveva bisogno di novità per un salto di qualità in Europa… Dopo l’eliminazione con lo United (in Champions) c’è stata la rifondazione necessaria. Adesso è diverso, l’Inter è campione di tutto. Però noi allenatori non ci accontentiamo mai”.
Il campionato italiano alla prima giornata ha già mostrato un gol ‘fantasma’, quello di Cavani a Firenze. Secondo Mourinho, ”la tecnologia più importante è la collaborazione dei giocatori con l’arbitro. Poi è impossibile che non si introduca quella sul gol-non gol”. Quanto ai sei arbitri in campo, ”a volte hanno fatto cose importanti, altre non hanno avuto il coraggio di vedere da due metri, Ma peggio di com’è ora non può andare”.