ROMA- Analizziamo un interessante sondaggio portato avanti da Enrico Intorcia, giornalista de “Il Corriere dello sport”.
Sentita al bar questa mattina: « Se arriva Mourinho, divento tifoso dell’Atletico Roma » .
Dove, per chi chiama da fuori Roma, l’Atletico, già Cisco, una volta Lodigiani (dove Totti ha mosso i primi passi), è la terza squadra della Capitale, Prima Divisione, in corsa per i play off. Una frase, un paradosso, che sintetizza perfettamente il conflitto interiore, il dualismo junghiano con cui all’improvviso il tifoso giallorosso si è trovato a fare i conti: dire no al rivale di ieri, al profeta dello « zero tituli » , all’uomo che l’anno scorso ha portato via alla Roma scudetto e Coppa Italia, per poi andare a prendersi anche la Champions; oppure dimenticare tutto, cancellare con un colpo di spugna il suo passato nerazzurro, bruciare l’antologia delle sue provocazioni verbali, tutto in nome della ragion di Stato pallonara, la vittoria? La soluzione al dilemma è in fondo nella frase stessa, se arriva Mou: si può cambiare moglie, si può cambiare bandiera politica, al limite anche rottamare il coupè dei sogni per una monovolume all’arrivo dei pupi, ma non la squadra del cuore. Un romanista che cambia colori? Difficile da immaginare. E infatti…
« Mourinho, voci sulla Roma! »abbiamo titolato ieri mattina in prima pagina, raccontando delle indiscrezioni circolate in Spagna quando , raccontando delle indiscrezioni circolate in Spagna quando l’ex tecnico dell’Inter, in caso di divorzio dal Real, ha parlato apertamente di un suo possibile ritorno in Italia. Un’ipotesi clamorosa, che ha chiaramente scatenato il dibattito tra i tifosi giallorossi – ma di riflesso anche tra gli interisti etutti gli appassionati italiani – nei bar come nell’etere. E, ovviamente, sul web. Nel bel mezzo di un passaggio di proprietà della Roma, con un nuovo allenatore insediatosi neanche da due settimane e all’orizzonte già un’indicazione precisa sul primo candidato alla panchina giallorossa per il nuovo ciclo, Carletto Ancelotti, ecco il nome che non t’aspetti. L’avversario di ieri, Mourinho, contro l’ex centrocampista della Roma del secondo scudetto, legato allacittà e ai tifosi da un feeling che va ben oltre i suoi trascorsi rossoneri. I tifosi si sono espressi, migliaia i voti sul nostro sito: chi volete, Ancelotti o Mourinho in panchina? Al ballottaggio la spunta Carletto, non c’erano dubbi: 62,8% delle preferenze contro il 37,2% di Josè. Però questo testa a testa funziona un po’ come i primiexit polldelle politiche: si può vincere anche essendo minoranza.
E allora in questo sondaggio la vera notizia non è la vittoria di Ancelotti, scontata per mille motivi, ma il fatto che quasi quattrotifosi su dieci siano favorevoli ad un eventuale arrivo di Mourinho sulla panchina giallorossa. Andando oltre i suoi trascorsi interisti, quel suo carattere che divide l’opinione pubblica, lo odi o lo ami, senza mezze misure, mettendo fra parentesi quelle sortite dialettiche che hanno scandito l’anno scorso la volata scudetto. Più del tecnico, più del personaggio, di Mou intriga un altro aspetto: quando si muove, lo fa solo quando è sicuro di vincere. E il suo arrivo, di conseguenza, è percepito come una garanzia di successo. E per vincere tutto è lecito, anche abbracciare l’eterno rivale.