ROMA – Manca solo la matematica. Il Napoli, alla prova della verità si è liquefatto. Il cuore non è bastato. E’ bastata, invece, un’Udinese priva dei suoi due giocatori più forti (Sanchez e Di Natale) per vincere 2-1 al San Paolo e chiudere di fatto la partita scudetto. Il Napoli ce l’ha messa tutta: cuore e corsa, è uscito tra gli applausi del pubblico che ha capito. Quando Cavani, l’uomo che ha tenuto il Napoli in corsa fino ad oggi, ha sbagliato il rigore, è stato evidente che la gara era segnata. Il Milan è ancora un’altra cosa. Più freddezza nei momenti decisivi, più esperienza e più cambi, un po’ in tutti i reparti. Resta la sensazione che De Laurentiis abbia costruito una macchina eccellente, manca qualcosa per la perfezione.
L’Udinese, invece, si aggrappa al posto Champions nel momento in cui tutto sembrava perduto, con la Lazio vittoriosa e una partita difficilissima da fare. Invece i friulani, dopo i due ko consecutivi sono ancora vivi. Eccome.
Il Milan, sabato sera, ha fatto il suo annientando 3-0 una Sampdoria che sta meritando la B (ora, dopo un precipizio ininterrotto da gennaio sono “finalmente” terzultimi). Manca Ibra e segnano Robinho, Cassano e Seedorf (uno che fa la differenza quando serve, se gli va è un fuoriclasse assoluto e in quest’ultimo mese, per fortuna dei rossoneri gli va tantissimo).
Per il resto, la giornata numero 33 è forse quella decisiva per la Lazio. Task force e chiacchiere a parte, i biancocelesti vincono nettamente per 4-1 a Catania (in fuorigioco millimetrico il 2-1 di Floccari) e allungano, eccezion fatta per l’Udinese, su tutte le concorrenti. A oggi, paradossalmente, è più vicino il terzo posto dell’Inter (tre punti e domenica prossima scontro diretto a San Siro) che il quinto. Sull’Udinese il punto è sempre uno ma sulla Roma 7 e sulla Juve 8. Una dote da non dilapidare in cinque partite.
E domenica c’è l’Inter in cui l’aria è di mestizia e bandiera bianca. Due settimane fa o poco più la dalle parti di Appiano Gentile si parlava di nuovo triplete, di trionfi. Poi sono arrivati derby, Schalke e ieri ci si è messo pure il Parma che ha vinto 2-0 con merito. Risultato: nerazzurri fuori da quasi tutto. Resta la Coppa Italia e là non è uno scherzo: semifinale con la Roma (passerà chi è meno bollito) e rischio di finale con il Milan. Non una passeggiata. Se con la Lazio non arriva un risultato l’Inter rischia di trovarsi con la beffa di dover lottare con biancocelesti e Udinese. Visto come sta l’Inter sarebbe un disastro.
La Roma non sta meglio. A cominciare dal modo, il peggiore possibile, in cui ha accolto Thomas DiBenedetto: sconfitta 2-3 col Palermo in una partita che era da ultima spiaggia. Ecco, l’anno della Roma è così: a parte i derby, la Roma ha perso tutte le partite decisive, quella col Palermo è solo l’ultima. Sia chiaro: non è colpa di Montella che meglio di Ranieri ha fatto. I giallorossi, però, sbagliano gol che gridano vendetta (Vucinic ieri) e hanno una delle peggiori difese della serie A. Così non si va in Champions e la Roma, infatti, a meno di suicidio calcistico contemporaneo di Lazio e Udinese, non ci andrà. Quanto al Palermo, invece, la domanda è una e una sola: perché è stato esonerato Delio Rossi? La risposta non c’è: ad oggi ci limitiamo a segnalare che non lo sa più neppure il patron Zamparini.
La Juve, invece, dopo tre vittorie consecutive pareggia 0-0 a Firenze: in sé il risultato non sarebbe neanche male. Quello dei viola è un campo ostile ai bianconeri, un campo dove non si vince quasi mai. In una stagione normale sarebbe un buon risultato: in questa stagione non basta. La Juve ha perso troppo terreno prima ed ora è alle prese con una rincorsa disperata. Certo, visto come sta la Roma, l’Europa League resta alla portata. Ma non è detto che basti a Delneri per conservare la panchina.
In fondo alla classifica le cose più interessanti. Del disastro Samp e della vittoria del Parma abbiamo detto. Vince, ed era forse scontato, il Cesena 1-0 al Bari che aspetta solo la certezza aritmetica della B. Per il Cesena (gol di Bogdani). Tre punti che permettono ai romagnoli di lasciare gli ultimi tre posti. Meno prevedibile, forse, il ko del Brescia (2-0 in casa del Genoa). Discorso a parte merita il risultato del Lecce, 3-3 in casa col Cagliari. Sollievo per Di Canio & co, visto che al 43′ del secondo tempo erano sotto 1-3. Rimpianto, però, per aver sprecato il primo matchpoint salvezza: a quota 37 i giallorossi sarebbero stati a un passo dalla permanenza in serie A.
Salvo, virtualmente, è invece il Chievo: 2-0 al Bologna che, raggiunti i 40 punti, ha deciso che per quest’anno poteva bastare. Il Chievo, ora, è a 39. Visto il passo della Samp , che è a 32, possono bastare.