MILANO – A vedere semplicemente i numeri, quelli scritti sugli almanacchi del calcio, Pato Alexandre o piĆ¹ semplicemente Pato ĆØ un grande giocatore. Uno di quelli che, a 23 anni appena compiuti, un grande club se lo tiene e non pensa assolutamente a venderlo, a meno di non avere disperata urgenza di fare cassa.
Eppure, almeno per il Milan, non funziona cosƬ. Non c’entrano i debiti e non c’entra, almeno ufficialmente, neppure la relazione tra il calciatore e Barbara Berlusconi. Il Milan ĆØ stato sul punto di vendere Pato per “scelta tecnica”, ovvero perchĆ© il tecnico Massimiliano Allegri e il vicepresidente Adriano Galliani, pensavano che nello scambio con Carlos Tevez, i rossoneri ci andassero a guadagnare.
Poco importa che Tevez abbia cinque anni di piĆ¹ e poco importa che lo stesso Tevez sia, la sua biografia calcistica lo dimostra, un piantagrane e un “litigatore” professionista come pochi. Forse, dalle parti di Milanello, dopo aver “domato” Antonio Cassano credevano di poter fare lo stesso con Tevez.
Ma il problema ĆØ proprio il “papero”. Al netto di tutte le possibili implicazioni della storia con Barbara Berlusconi (da Milanello filtra che la figlia del presidente avrebbe persino gradito la partenza del giocatore verso Parigi) quella del Milan ĆØ una perplessitĆ tecnica e ambientale.
Pato non convince perchĆ©, si dice nella sede del Milan, da quando ĆØ arrivato promesso fuoriclasse (a meno di 18 anni), ha mantenuto solo in parte e ha smesso di migliorare. L’almanacco, perĆ², racconta storie in parte diverse: con i 51 gol segnati in tre anni per 112 partite complessive Pato ĆØ il piĆ¹ giovane calciatore della storia del Milan ad aver superato quota 50. Allo stesso modo ĆØ uno che ha segnato al Barcellona, ha deciso un derby (non l’ultimo, evidentemente).
Poi perĆ² ci sono le perplessitĆ . Quelle fisiche, legate ai troppi infortuni, tutti muscolari, e anche quelle caratteriali: Pato non ĆØ di certo una punta di “sacrificio”, di quelle che rincorrono gli avversari se perdono il pallone e che fanno la fase difensiva. Non a caso Allegri gli preferisce Robinho che, perĆ², a forza di correre e rincorrere, la porta non la vede quasi mai.
Infine ci sono quei due rapporti “scomodi”, quello con Barbara e con parte dello spogliatoio del Milan, Zlatan Ibrahimovic su tutti. Con quest’ultimo la convivenza tecnica ĆØ difficile (Ibra ha bisogno di spazio, si integra meglio con Robinho mentre con Pato trova meno spazio, si schiaccia e perde di pericolositĆ ), e ancora piĆ¹ difficile, sono i rumors che vengono da Milanello, ĆØ quella umana.
Eppure, alla fine, Silvio Berlusconi ha fermato Galliani con la penna in mano, quando all’accordo con il City mancava solo la firma. Per ora, Pato, non ĆØ ancora un leader. Ma a Milano, almeno Berlusconi, sembra crederci ancora. E non, assicurano i diretti interessati, per pressione di Barbara.