NAPOLI – Rilancio dell’accusa al processo di calciopoli, ripresomartedì 22 febbraio a Napoli davanti alla nona sezione del tribunale. Prima che venisse dichiarata chiusa l’istruttoria dibattimentale, il pubblico ministero Giuseppe Narducci ha infatti chiesto di ascoltare in aula nove testimoni le cui dichiarazioni, a giudizio degli inquirenti, costituiscono ulteriori importanti elementi a carico degli imputati.
Una richiesta alla quale non si sono opposti i legali del collegio di difesa e che è stata accolta dal Tribunale. Il collegio, presieduto da Teresa Casoria, ha stabilito che tutti i testi indicati dal pm debbano essere esaminati alla prossima udienza, fissata per il primo marzo prossimo.
Tra questi Gianfelice Facchetti, figlio del defunto ex presidente dell’Inter Giacinto Facchetti, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, l’ex presidente del Napoli Giorgio Corbelli, l’ex arbitro Danilo Nucini e gli ex dirigenti del Parma Luca Baraldi e Lorenzo Minotti. Tutti sono stati già ascoltati in qualità di persone informate dei fatti dai pm Narducci e Capuano a partire dall’aprile dello scorso anno.
Le circostanze che riferiscono i testi sono note da quando i nuovi atti di indagine sono stati depositati. Rilevante viene ritenuta dai pm in particolare la deposizione di Gianfelice Facchetti che consegnò agli inquirenti una serie di manoscritti del padre risalenti ad un periodo di poco antecedente all’esplosione dello scandalo di calciopoli.
Sono appunti vergati dall’ex dirigente dell’Inter in cui sottolineava, tra l’altro, la necessità di raccogliere elementi a sostegno delle rivelazioni che gli aveva fatto Nucini sull’esistenza di un sistema illecito che avrebbe governato il mondo del calcio.
Di interesse anche le rivelazioni di Zamparini su un presunto intervento dell’ex dg della Juve Luciano Moggi, che sarebbe avvenuto alla sua presenza, per la designazione di un arbitro (poi effettivamente designato) in occasione di una partita di campionato del Palermo. Lo stesso Nucini è chiamato a confermare la circostanza, da lui raccontata, di essere stato in possesso di una scheda sim ”segreta” consegnatagli dall’ex dirigente del Messina Mariano Fabiani, ritenuto legato a Moggi e imputato nel processo di calciopoli.
Per quanto riguarda infine gli ex dirigenti della squadra emiliana, la loro deposizione si riferisce alle presunte minacce rivolte dall’ex ad bianconero Antonio Giraudo (”ci disse che comunque questa situazione ce l’avrebbe fatta pagare anche facendoci retrocedere in B”) in seguito a contrasti intercorsi sulla trattativa per la cessione di Di Vaio.
Nel corso dell’udienza il pm Narducci ha fatto rilevare una serie di errori contenuti nella perizia disposta dal tribunale relativa alla trascrizione delle telefonate indicate dalle difese. Tra gli errori rilevati dal pm, l’indicazione errata di un interlocutore degli ex arbitri Bergamo e Pairetto: nella perizia esso risulta come un ”tal Danilo”, mentre è accertato che l’utenza apparteneva all’ex dirigente del Milan Leonardo Meani, imputato in questo processo. Il magistrato ha accertato che è da escludere che il ”tal Danilo”, ovvero l’arbitro Nucini, possa aver adoperato il cellulare di Meani.
Il periodo Roberto Porto ha spiegato in aula di essersi basato su indicazioni fornite dalle parti. Narducci ha sottolineato pertanto che se la perizia contiene tali inesattezze si corre il rischio di esprimere valutazioni e formulare un giudizio sulla base di elementi errati. Il tribunale ha quindi ha pertanto disposto che entro 45 giorni il perito dovrà ricontrollare le telefonate intercettate annotando le indicazioni esatte.
Entro quella data il perito dovrà anche depositare le trascrizioni di una serie di telefonate richieste dalle difese, in particolare dal legale di Moggi Maurilio Prioreschi (”manca la trascrizione di 109 telefonate”) e dell’avvocato Luigi Sena, legale dell’ex designatore Pierluigi Pairetto.