MILANO – Il Sei Nazioni 2011 è andato in archivio da pochi giorni, regalando agli azzurri l’ennesimo “cucchiaio di legno” riservato agli ultimi della classe, complice anche la brutta sconfitta di Murrayfield contro la non certo irresistibile Scozia. Eppure, nonostante gli insuccessi sportivi degli ultimi anni, il rugby continua ad affascinare gli italiani e in particolare le migliaia di ragazzi che hanno iniziato a praticare questo sport.
«Negli ultimi anni c’è stato un forte aumento del numero di ragazzi che si sono avvicinati al nostro sport – spiega Paolo Demolli, allenatore della Under 16 Amatori Rugby Milano – e così sono nate molte nuove società, che lavorano già a partire dal minirugby». Tanti i benefici che questa disciplina dà ai giovani, come spiega ancora Demolli: «Fisicamente è uno sport completo, che fino ai 14-15 anni oltretutto non presenta rischi di infortuni. Inoltre essendo uno sport di squadra rafforza lo spirito di cooperazione, il senso del gruppo, trasmettendo l’idea che gli obbiettivi collettivi che vanno messi davanti a quelli individuali».
Ma il rugby, si sa, non è soltanto mete, mischie e touche. È anche un insieme di regole e codici comportamentali piuttosto rigidi, un fatto che talvolta spaventa i piccoli rugbisti, come conferma ancora Demolli: «Ai giovani a volte non piacciono, ma ne hanno bisogno». E pian piano, anche loro malgrado, le acquisiscono e le fanno proprie. «Occorre far capire che il primo obiettivo è imparare e divertirsi e che il risultato è solo la conseguenza di questo. Se lo mettiamo in cima a tutto, invece, rischiamo di fare un disastro».
Il trend positivo, però, non pare essere accompagnato da una crescita del sistema. Manca una diffusione capillare delle strutture necessarie a far crescere il rugby, campi di allenamento e stadi in primis. «A livello di infrastrutture siamo sicuramente indietro. Inoltre bisognerebbe sviluppare negli addetti ai lavori le competenze adeguate ed essere capaci di penetrare in ambienti, come quello scolastico, dove esistono ancora delle resistenze».
