ROMA – Mancano ancora 90 minuti ma i verdetti più importanti sono tutti emessi. Restano da assegnare, è vero, ancora il quarto posto e il sesto, l’ultimo buono per l’Europa League. Eppure, a vedere la giornata che manca, sembrano poco più che formalità: Lazio e Juventus hanno la chance teorica, ma poco più.
Il verdetto più importante di oggi viene da Genova: la Sampdoria perde 2-1 in casa col Palermo e torna in serie B dopo otto anni. Oggi ci si è messo anche l’arbitro (gol valido annullato a Pozzi sullo 0-0 e gol irregolare della Samp, quello del provvisorio 1-1, regalato come tardiva compensazione). Ma chiamare in causa i direttori di gara sarebbe miope. I doriani pagano un girone di ritorno suicida a tutti i livelli: la miseria di 10 punti fatti dopo la cessione di Cassano e Pazzini, un cambio in panchina che grida vendetta, tensione nella squadra e sugli spalti. Finisce con Palombo che piange e si scusa sotto la curva. Forse le scuse le dovrebbe porgere il presidente: cedere Cassano e Pazzini per prendere Maccarone e Macheda è un folle harakiri.
Ora c’è da ricostruire prima di tutto l’ambiente e poi la squadra per provare un ritorno lampo in A. Sempre che a metà anno non si decida di smontare di nuovo la squadra. Per la Samp che piange c’è il Lecce che ride: a Bari i salentini vincono 2-0 il derby e si salvano con un turno (preziosissimo) d’anticipo. Per la fine del campionato al Via del Mare arriva una Lazio con una timida speranza di quarto posto: sarebbe stata durissima se i punti fossero serviti. Quanto alla gara di oggi a decidere è una doppietta di Jeda. Ai tifosi del Bari, vittime di un anno da incubo, neppure la soddisfazione del derby vinto:
Salvo, ma era una formalità, anche il Cesena: 1-0 al Brescia già in B, con un gol del “solito” Giaccherini (7 centri in serie A). Ai ragazzi di Ficcadenti, tra i più indicati per la retrocessione ad inizio anno, vanno i complimenti per una piccola impresa.
Quanto alla zona alta della classifica Napoli e Inter nel posticipo pareggiano 1-1 (Eto’o e Zuniga). Risultato prevedibile che accontenta tutti: l’Inter è matematicamente secondo e il Napoli è terzo e diretto in Champions League. La partita è durata un tempo, il primo. Negli altri 45 minuti, invece, noia assoluta e la sensazione che le due squadre non vedevano l’ora che finisse.
Per il quarto posto, invece, esce dalla lotta mestamente la Roma sconfitta 2-1 a Catania (gol partita al 95). La gara di oggi è la sintesi della stagione della Roma: pochissimo gioco, qualche episodio, tanta sofferenza ed ennesima rimonta subita. I catanesi vanno sotto dopo pochi minuti, dominano e vincono all’ultimo respiro. Quanto a Montella (o chi per lui) a Roma urge una totale rifondazione. Non ci sarà la Champions. Resta da capire quanti saranno i soldi di DiBenedetto.
Resta, invece, in lotta la Lazio vittoriosa, sabato pomeriggio, 4-2 su un Genoa molto dimesso. Un tempo di partita, poi la Lazio dilaga. A Lecce, però, vincere potrebbe non bastare. Nonostante le parole di Claudio Lotito (“dipende tutto da noi”) la realtà è che dipende tutto dall‘Udinese che oggi ha vinto facile 2-0 col Chievo. Col Milan, ai friulani, basta un pari per essere matematicamente quarti. I rossoneri, poi, la loro festa scudetto l’hanno fatta sabato battendo 4-1 il Cagliari in una partita al gusto di amichevole estiva.
Male anche la Juve, sconfitta 1-0 a Parma con un gol di Giovinco, uno scartato dai bianconeri qualche tempo fa. Anche qui serve rifondazione. Sperando che non si sbagli per l’ennesima volta tutto il mercato. Infine Fiorentina – Bologna 1-1: classico di fine stagione con squadre che avevano pochissimo da chiedere e nulla da dare.