LUBIANA – Temuta davvero oltre misura, la trasferta azzurra a due passi da Caporetto si rivela invece il crocevia probabilmente decisivo verso la qualificazione alla fase finale dell’europeo. La Slovenia, annunciata come il Brasile d’Europa da osservatori neutrali (e persino Prandelli), si rivela al contrario formazione modesta e gli azzurri la mortificano al di la’ dell’1-0 firmato da Thiago Motta.
Con la prima vittoria nella repubblica ex jugoslava, nel cui territorio i trattati del ventesimo secolo hanno inserito la localita’ metafora di tutte le sconfitte militari italiane, gli azzurri si portano a +6 sulle squadre che la seguono in classifica, ovvero gli avversari di stasera e la Serbia. Un vantaggio importante e anche un motivo di riflessione sul reale livello dei calciatori italiani, che forse e’ meno basso di quanto si pensi. E’ vero infatti che a siglare il successo e’ un naturalizzato, il brasiliano (vero, non come i bluff sloveni) Thiago Motta. Ma quella di Lubiana e’ la vittoria di un gruppo e di chi lo guida: perche’ Prandelli imposta la partita senza chiudersi, tutt’altro, e gli azzurri rispondono con una bella prestazione collettiva che regala lunghe fasi di possesso palla (quello che veniva considerato appannaggio dei presunti talenti di casa) e tante occasioni da rete. Dando un segnale di riscossa decisivo proprio nel momento apparentemente piu’ triste del movimento calcistico italiano.
La serata era cominciata con un’ imprevista rissa tutta slovena sulle tribune: tifosi dell’Olimpia Lubiana contro quelli del Maribor, a conferma che c’e’ una rete internazionale dell’ idiozia paradossale e gli ultra’ tricolori hanno perso da tempo l’esclusiva. Anche in campo i primi tocchi regalavano una sorpresa: la supremazia tecnica degli sloveni si rivelava inesistente e a condurre il gioco in avvio e per tutto il primo tempo erano gli azzurri. A centrocampo infatti i movimenti tra Motta (che in fase difensiva arretrava davanti alla difesa) Aquilani e Montolivo funzionavano bene, in avanti la sincronia tra Cassano e Mauri pure: e semmai spesso mancava all’appuntamento Pazzini. Cosi’, a fronte di una Slovenia capace di andare al tiro una volta sola in tutto il primo tempo (Koren da lontano al 25′, bella deviazione di Buffon) l’Italia produceva gioco e occasioni solo per poco non trasformate in gol.
‘botta’ di Montolivo neutralizzata in tuffo da Handanovic al 7′, al palo esterno colpito con una girata da distanza ravvicinata da Pazzini al 23′: e poi, tutta una serie di opportunita’ capitate nell’area piccola a Pazzini, Aquilani e allo stesso Cassano che dopo avere a lungo ispirato al 35′,dopo bella azione in verticale Balzaretti-Montolivo e cross a terra del fiorentino non trattenuto da Handanovic, per due volte non riusciva ad appoggiare in rete. Nella ripresa tema tattico identico e sempre maggiore consapevolezza da parte degli azzurri di poter vincere la gara. E infatti al 6′ a sbloccare il risultato ci provava Mauri (respinta di Handanovic), prima che Cassano e Aquilani prendessero letteralmente a pallate il portiere dell’Udinese, bravo peraltro nelle ribattute, con due destri brucianti.
Al 12′ pero’ un contropiede condotto da Birsa portava al tiro ravvicinato Liubijankic, Buffon deviava e la traversa salvava gli azzurri. Era un segnale per la voglia di emozioni positive dei padroni di casa, alimentata dal pubblico dello stadio Stozjce: Cassano perdeva il tempo al 16′ sprecando su rilancio della difesa e Prandelli capiva l’antifona: sostituiva Mauri con Nocerino per dare maggior consistenza in interdizione, ricaricando nel contempo la dinamo del centrocampo azzurro. Effettivamente, rinvigorita da un giocatore fresco la manovra italiana riprendeva un po’ di tono: e arrivava finalmente la stoccata. A darla era, con un sinistro secco al 28′, Thiago Motta, dopo azione combinata con Cassano e Balzaretti. Kek si giocava allora la carta Ilicic, Prandelli rispondeva sostituendo prima Cassano con Rossi e poi Montolivo con Marchisio. Cosi’ che la rincorsa slovena verso un pari immeritato sortiva solo un paio di mischie nell’area di Buffon.
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