SHEFFIELD – Un italiano torna ad imporsi al Tour de France, e lo fa con con grande personalità. Siamo solo alla seconda tappa, ed è prematuro trarre conclusioni, ma ciò che ha fatto Vincenzo Nibali è stato davvero speciale. Ha vinto per distacco, seppur lieve, beffando i suoi avversari, s’è preso la maglia gialla e ha ufficializzato le sue pretese sull’edizione 101 del Tour de France, che è partita ieri da Leeds in Inghilterra, e sta già riservando tante sorprese.
Una vittoria imperiosa, quella di Nibali, cercata e attesa con pazienza. Per tutti i 201 km da York a Sheffield il capitano dell’Astana è rimasto sornione in mezzo al gruppo dei migliori, a ruota di Chris Froome e Alberto Contador i grandi favoriti. Non li ha mai persi di vista nelle nove salite, con altrettanti gran premi della montagna che hanno caratterizzato questa impegnativa seconda tappa in terra britannica.
A 2 km dall’ arrivo l’italiano ha colto l’attimo, una distrazione del gruppo dei migliori che ormai forse si preparavano allo sprint, ed è volato via imprendibile verso il traguardo. Ha confermato Nibali a fine gara, ”ho visto che il gruppo si è ‘fermato’ e allora sono partito io”. L’inattesa accelerazione di Nibali ha sorpreso tutti, la reazione è stata lenta. Lo ‘squalo dello Stretto’ ha dovuto solo stringere i denti e puntare dritto all’arrivo. Braccia alzate e maglia gialla. E i convinti applausi dello storico direttore di gara del Tour Prudhomme, una bella soddisfazione. Un colpaccio per questo corridore che aveva iniziato la stagione non benissimo, oggetto pure di qualche polemica per l’assenza di risultati. Ma il siciliano non s’è perso d’animo e pian piano ha cominciato a tirare fuori il meglio di sé. Prima ha vinto il tricolore al Campionato italiano.
A Sheffield ha fatto vedere di che cosa è capace. Giorni fa aveva dichiarato che bisogna inventare qualcosa di sorprendente per battere Froome e Contador. Oggi c’è stato il primo assaggio. Il Tour è lungo e i rivali non staranno a guardare. Ma ha fatto un bell’effetto vedere un italiano in maglia gialla dopo 5 anni. L’ultimo a indossarla era stato nel 2009 Rinaldo Nocentini, la portò per 8 tappe, poi fu 14mo. Nibali ha i numeri per arrivare più lontano; lui che in bici sembra di ghiaccio, attento e calcolatore, sul podio con quella maglia s’è messo a piangere per l’emozione. Era dai tempi di Pantani che non vedevamo tanta ribalderia tricolore al Tour, correva l’anno 1998. Questa seconda tappa britannica, come la prima di ieri, ha riservato sorprese fin dall’inizio.
Intanto con il ritiro, peraltro temuto, di uno dei protagonisti più attesi, quel Mark Cavendish, re delle volate e capitano della Omega-Pharma, che in fretta e furia ha pure dovuto ridisegnare i suoi piani per questo Tour. Il povero Cavendish ieri è caduto nel bel mezzo dello sprint, trascinandosi appreso l’incolpevole australiano Simon Gerrans (cui ieri 6 luglio ha chiesto scusa), ma ha avuto la peggio. Lussazione della spalla destra e danni ai legamenti, Tour finito, e rischio di un intervento chirurgico.
L’altra sorpresa è stata la folla immensa che anche ieri, 6 luglio, ha accompagnato i corridori per tutto il percorso di gara, sono stati calcolati più di 2 milioni di persone, come il primo giorno. Festa di popolo e strade invase, in certi tratti i ciclisti hanno corso infilandosi nella lingua d’asfalto lasciata libera dalla gente, e tanti telefonini in cerca di improbabili selfie in mezzo al Tour sono volati per aria nella ressa. Un successo che ha sorpreso gli stessi organizzatori del Tour. Domani la carovana arriva a Londra, traguardo a Buckingham Palace, tappa in linea, niente salite, arrivo per velocisti.