I lavoratori della Scala aderenti alla Fials e alla Cgil, dopo l’occupazione simbolica del teatro, hanno improvvisato una protesta musicale in piazza Scala per scongiurare la conversione del decreto di riforma delle fondazioni liriche, minacciando di far saltare le tourneé dei prossimi mesi, a partire da quella di Napoli e di Buenos Aires.
Sulla facciata di Palazzo Marino i lavoratori della Scala hanno issato un enorme striscione con su scritto “No al decreto, sì alla musica”, in cui molte lettere sono dipinte in giallo, colore simbolo della agitazione dei lavoratori delle fondazioni liriche, mentre alcuni musicisti hanno improvvisato arie celebri, a partire dall’inno nazionale.
Testimone della protesta dei lavoratori della Scala è anche uno striscione appeso sulla facciata del teatro, che recita lo slogan “No al decreto infame”. Lo sciopero, già proclamato da Fials e Cgil, farà saltare la terza rappresentazione del Faust, dopo che già la seconda era stata annullata per la protesta contro il decreto Bondi. E se il provvedimento del governo sarà convertito in legge, i lavoratori della fondazione scaligera si sono detti pronti a paralizzare l’attività del teatro, a partire proprio dalle tourneé.