Nel patrimonio della Croce Rossa Italiana non esistono immobili in ”nero” o ”scomparsi”. E’ quanto afferma la Cri nel replicare a ”Report” andato in onda ieri sera in relazione a ”154 immobili dichiarati fiscalmente dalla Cri ma assenti dal file che specifica l’anagrafe immobiliare dell’ente”.
Secondo la Cri ”l’informazione è errata”, perché rispetto ai dati forniti dalla Croce Rossa alla redazione del programma di Raitre la ”conduttrice si è limitata a leggere il dato n. 835 Fabbricati, peraltro errato, trascurando di aprire il foglio Terreni e, pertanto, non accorgendosi che in Terreni risultano inseriti sia i terreni, ammontanti a n. 463 cespiti, che i n. 144 fabbricati aventi tipologia uffici”.
”I 154 fabbricati dispersi – continua la Cri – sono invero collocati nel numero di 144 tra i cespiti aventi tipologia di ufficio ricompresi nell’elenco del 28 ottobre 2010 nel foglio Terreni e i restanti dieci cespiti sono la risultante delle variazioni dinamiche effettuate periodicamente attraverso le visure catastali. La spiegazione è implicita nella natura dinamica dell’anagrafe patrimoniale laddove la variabilità è connessa a frazionamenti, cambi di destinazione d’uso, inserimenti, cancellazioni, modifiche”.
”Chiunque – dichiara il Commissario Straordinario della Croce Rossa Francesco Rocca – dichiara il falso al riguardo, si assume le conseguenze penali e civili delle sue dichiarazioni. Lungi da noi mettere in discussione la professionalità e la meticolosità dei giornalisti di Report, ma una lettura un po’ più attenta avrebbe evitato di riportare dati così palesemente distorti. In realtà l’anagrafe patrimoniale, che prima non esisteva, è uno dei traguardi raggiunti da questa amministrazione. Sappiamo che esiste un patrimonio per troppo tempo abbandonato e il nostro obiettivo è proprio quello di valorizzarlo”.
”La Croce Rossa è come un malato, ma in via di guarigione, il lavoro di risanamento in corso da circa due anni è enorme e viene portato avanti quotidianamente con il massimo impegno di tante persone oneste proprio per il rispetto dovuto al lavoro delle migliaia di volontari e operatori che sicuramente meritano una Croce Rossa che torni ad essere protagonista. Certo, il lavoro potrà dirsi concluso solo con la emanazione dei previsti strumenti normativi che ci consentiranno di avere una Croce Rossa al passo con i tempi”, conclude Rocca.