A Sanremo Morgan non ci vuole più andare. Lo ha detto nel pomeriggio di giovedì 4 febbraio durante la registrazione della puntata di “Porta a Porta”, lo stesso musicista al centro delle polemiche dopo un’intervista al mensile “Max” in cui si definiva consumatore abituale di cocaina.
In studio, oltre a Morgan e al conduttore Bruno Vespa, erano presenti anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, Livia Turco e Don Antonio Mazzi, sacerdote da sempre impegnato nella lotta alla droga. Proprio a Don Mazzi Morgan ha spiegato: «Ci tenevo tanto, al Festival, la canzone mi piaceva molto, ma a questo punto chi se ne frega di Sanremo».
Nella puntata, dal titolo “A un passo dal baratro” Morgan ha precisato il suo punto di vista: «Non sono un mostro che fa l’apologia della droga. Io vorrei essere il contrario di quello che in questi giorni rappresento». «Non voglio – ha aggiunto il cantante – che mia figlia subisca la presenza di un padre depresso che le trasmette tristezza. Qualche anno fa ho avuto l’affidamento congiunto che ho ancora. Mia figlia stava con me ma poi sono caduto in disperazione e con immenso dolore ho preferito stesse con la mamma che viveva un momento migliore. Mi accorgo che è negativo lo stato in cui sono».
«Mi piacerebbe un mondo – ha continuato Morgan – dove i genitori sono liberi dei problemi legati alla droga e si sanno curare». Poi dell’intervista pubblicata da Max che ha determinato la sua esclusione dal Festival di Sanremo ha sottolineato: «C’é stato un fraintendimento, una mescolanza di cose messe insieme in un certo modo. Non dico di non aver detto quelle cose ma è stato frainteso lo spirito. Mi assumo la responsabilità di questo fraintendimento grossissimo ma ci dovrebbe essere anche un po’ di coscienza di chi le ha scritte». «Io sono – ha continuato – una persona onesta e pulita nell’anima. Non ho problemi a dichiarare la mia debolezza perché so vincere, so combattere e stare al mondo».
Nel frattempo il caso Morgan continua a suscitare i commenti della politica. Dopo le dichiarazioni a caldo di Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri ha parlato anche il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani: «Morgan ha dato un cattivo insegnamento. Ha sbagliato, ma non possiamo massacrarlo» ha detto il numero uno del Pd. «Dobbiamo dargli una possibilità – ha aggiunto Bersani – come tutti quelli che hanno sbagliato e ai quali va data un’altra occasione».