ROMA – Augusto Minzolini non pagherà , almeno per ora, per le multe dell’Agcom alla Rai. Lo ha deciso il Cda del 25 maggio. Alcuni consiglieri avevano proposto di fargli pagare quei 258mila euro di multa e di sospenderlo ma per il momento il direttore generale Lorenza Lei ha preso tempo. E tempo il Cda pensa di prenderselo anche per decidere sulle nuove nomine, alcune spinose come quelle per la direzione delle tre reti: un primo pacchetto era previsto che il Cda straordinario del 26 maggio ma dovrebbe essere stato tutto rinviato a data da destinarsi.
In primis perché, come scrive ‘Il Fatto Quotidiano’, la Lei ha di fatto rispolverato “il pacchetto che fu di Mauro Masi” e non è riuscita quindi ad avere una compattezza politica in Cda. Addirittura, scrive ‘Il Fatto’, sarebbero proprio i consiglieri di Pdl e Lega l’ostacolo più insidioso per la Lei. Dall’altra parte c’è stato un problema tecnico: la Lei ha presentato il nuovo pacchetto nomine ai consiglieri nella mattina del 25 maggio, oltre i termini previsti (48 ore o al massimo 24 ore prima del Cda), e questo costringerebbe il presidente Paolo Garimberti a non metterle al voto nel Cda del 26 maggio.
Il pacchetto nomine girato finora nei corridoi di viale Mazzini vede per la nuova direzione Intrattenimento o Piero Gaffuri o Gianvito Lomaglio, fedelissimo del ministro Paolo Romani;Â Bruno Socillo ai Corrispondenti esteri, Luciano Flussi alla Radiofonia (al posto di Socillo), Carlo Nardello alle Risorse Umane (al posto di Flussi), Valerio Fiorespino alle Risorse Tv e Fabio Belli a Finanza e Pianificazione.
Nomine che a questo punto potrebbero con ogni probabilità essere rinviate e inserite in un pacchetto più ampio: tra i nomi che circolano nei rumors con più insistenza, quelli di Susanna Petruni per il Tg2, Corradino Mineo al Tg3, Gianluigi Paragone, in quota Lega, per Rai2 e Maria Pia Ammirati per Rai3 al posto di Ruffini. Una nomina, quest’ultima, che sembra essere più che altro segno di una lotta tutta interna al Pd: al posto di un direttore di area “centrista” come Ruffini, per RaiTre il centrosinistra preferisce una direttrice più “di sinistra”, di corrente d’alemiana.
Tornando invece alle sanzioni dell’Agcom, durante il Cda del 25 maggio il consigliere Nino Rizzo Nervo, che già la scorsa settimana aveva chiesto che l’azienda valutasse la possibilità di sospendere in via cautelativa Minzolini, avrebbe sollevato la questione della responsabilità personale di chi ha violato le regole e dunque la possibilità che l’azienda, ‘condannata’ a pagare entro dieci giorni la multa dell’Agcom, si rivalga poi sui direttori responsabili. Una richiesta sulla quale il dg si sarebbe riservata di rispondere successivamente, prendendo alcuni giorni di tempo per gli approfondimenti del caso.
Ma anche Luciano Calamaro, il magistrato della Corte dei Conti che siede in Cda, si sarebbe mostrato sensibile alla questione della responsabilità dei singoli. La Lei avrebbe anche precisato di aver introdotto una nuova procedura per l’uso della carte di credito aziendali e sulla richiesta di sospensione di Minzolini avrebbe spiegato che intende aspettare l’esito dell’inchiesta della procura. Sul caso Agcom, da parte sua Garimberti avrebbe ribadito con forza che il servizio pubblico deve essere in grado di evitare le sanzioni dell’Authority, ma anche confermato le perplessità sulla ‘confezione’, simile a un ‘comizio’, delle interviste al premier andate in onda venerdi’ scorso.
”La legge va rispettata – commenta il consigliere Rodolfo De Laurentiis – ma bisogna anche rendere più stringente il regolamento nelle dimensione aziendale, evitando le zone grigie e sanzionando chi sbaglia”. Opposte le valutazioni del centrodestra, con il consigliere Antonio Verro che apertamente definisce ”poco chiaro su quali elementi concreti l’Autorità ci abbia sanzionato” e sottolinea la necessità che i membri del cda difendano ”tutti i giornalisti del servizio pubblico”.