ROMA – Un mese di tempo per il nuovo vertice Rai: è l’orizzonte delineato in questo venerdì 4 maggio dall’assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio 2011 – atto che sancisce la scadenza del cda – aggiornandosi però al 6 giugno sul secondo punto all’ordine del giorno, il rinnovo delle cariche sociali. Un arco di tempo nel corso del quale il governo, che al momento ha escluso l’ipotesi di modificare la legge Gasparri, dovra’ cercare un accordo con le forze politiche per assicurare governabilita’ alla tv pubblica.
”E’ di tutta evidenza che l’azienda continuera’ ad essere gestita collegialmente dagli attuali amministratori e dal dg – secondo le regole della governance indicate dalla legge speciale Rai – fin quando interverranno le determinazioni degli azionisti ai sensi del Codice Civile”, avverte il presidente Paolo Garimberti. Ma intanto la macchina si e’ messa in moto: dopo l’ok al bilancio, tocchera’ al presidente della Vigilanza Sergio Zavoli, che ha preso tempo per sondare le intenzioni dell’esecutivo, convocare la commissione, forse gia’ per meta’ maggio, avviando le procedure per il rinnovo del cda, in particolare per l’elezione dei sette membri di sua competenza.
La decisione di tenere aperta l’assemblea indica che evidentemente il premier Mario Monti spera di chiudere la partita nel giro di un mese, individuando una soluzione che sblocchi l’impasse e convinca il Pd a scendere dall’Aventino. Il partito di Pierluigi Bersani insiste infatti nell’intenzione di non votare i suoi rappresentanti in cda con le norme vigenti e spera ancora in un mini-decreto ad hoc, che riduca da nove a cinque i consiglieri e magari rafforzi i poteri del presidente. Sul tappeto resta l’ipotesi – che in ogni l’esecutivo dovrebbe concordare con le forze politiche – di modificare lo Statuto della Rai (e servono il voto del cda e l’approvazione dell’assemblea dei soci) ampliando le prerogative del presidente. Se non si trovasse una via d’uscita, in linea teorica la Vigilanza potrebbe anche eleggere i sette membri di sua competenza senza il Pd, ma non avrebbe i numeri per ratificare – a maggioranza di due terzi – il presidente eventualmente designato dal ministero del Tesoro.
Nulla impedirebbe, però, in tal caso al cda di funzionare con il consigliere anziano a fare le funzioni di presidente. Al di là delle regole, l’accordo andrà comunque trovato sui nomi. Il governo potrebbe anche decidere a un certo punto di sparigliare designando, per i candidati di sua competenza, personalita’ di altissimo profilo. A quelli circolati negli ultimi giorni – da Francesco Caio a Rocco Sabelli, da Claudio Cappon a Giancarlo Leone, a Giulio Anselmi – si aggiunge nelle ultime ore quello di Ferruccio De Bortoli. Senza escludere poi l’ipotesi di una riconferma dell’attuale dg Lorenza Lei. E Dagospia lancia Milena Gabanelli, ipotizzando che si sia parlato del futuro della Rai nel colloquio tra la giornalista e Monti in occasione della recente intervista per Report. ”No, l’oggetto dell’incontro e’ stato il tema della puntata, una proposta di politica economica”, cioè scoraggiare l’uso del contante per combattere la microevasione, risponde Gabanelli interpellata sui rumors che la riguardano. Spera invece di restare in sella Antonio Verro: ”Mi sono dimesso da parlamentare e ora mi aspetto una riconferma”, dice il consigliere, che vede bene i politici in cda (”cosi’ almeno si combattono le ingerenze”) e boccia gli autocandidati Michele Santoro e Carlo Freccero: ”Hanno voglia di esercitare il potere”.
A spingere per una soluzione in tempi rapidi è l’Usigrai, che ha già avviato le procedure di sciopero: ”Occorre subito voltare pagina con questo cda e soprattutto con le logiche perverse della Gasparri”. E i sindacati dei lavoratori Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater avvieranno dal 7 maggio un referendum per ‘sfiduciare’ i vertici di Viale Mazzini.