NEW YORK – E’ morto Sam Simon, il co-creatore dei Simpsons. Malato da tempo di cancro al colon, Simon aveva 59 anni. E’ morto nella sua casa di Los Angeles circondato dalla famiglia e col suo cane. Simon era un determinato difensore dei diritti degli animali e il cane aveva avuto una parte importante nella sua vita. Vincitore di nove Emmy, l‘equivalente dell’Oscar per la televisione, Simon aveva creato i Simpson nel 1989 con Matt Groening and James L. Brooks.
Aveva guadagnato milioni di dollari con le royalty dopo avere lasciato lo show nel 1993, ma poi, una volta appreso di avere un male che non perdona, aveva donato tutte le sue ricchezze in beneficenza. “E’ stato un genio e uno spirito umanitario in modi pubblici e privati. Personalmente gli devo più di quanto si possa ripagare ma farò del mio meglio per aiutare ogni animale che posso in sua memoria”, ha detto il produttore esecutivo dei Simpsons Al Jean in sua memoria. L’ultimo gesto di Simon su questo fronte era stato, lo scorso novembre, il salvataggio di Benjy, un toro da riproduzione gay condannato al macello perchè le sue preferenze sessuali gli impedivano di svolgere il suo ‘lavoro’.
Il maestoso animale era stato acquistato da Simon in Irlanda. Il miliardario aveva poi pagato per il suo trasferimento in un’oasi faunistica in Gran Bretagna dove già pascolano duemila animali di fattoria e cavalli ‘rifiutati’. Simon, che finanziava un asilo per cani abbandonati a Malibu, aveva appreso della vicenda di Benjy da amici della Peta e aveva aperto il portafogli. Era stata solo l’ultima iniziativa caritatevole a favore degli animali messa in piedi dal comico dopo aver saputo di essere malato senza speranza. Simon aveva acquistato un anno fa una fattoria di cincillà nel sud della California per liberare gli animali destinati ad essere uccisi per la loro pelliccia. Aveva salvato Sunder, un elefante indiano che era stato malmenato e affamato. E, prima di allora, aveva pagato per il salvataggio e la delocalizzazione degli orsi nello stato americano della Georgia, spiegando che “sono i miei soldi e posso farne quello che voglio. Un hobby costoso che posso godermi alla fine della mia vita”.