Anche la trasmissione satirica di Raitre Parla con me, condotta da Serena Dandini, dopo Annozero ha un problema con gli spot.
Nei giorni scorsi Michele Santoro e Vauro hanno usato internet e YouTube per pubblicizzare l’inizio della trasmissione previsto per domani giovedì 23 settembre. Ora, a rimanere fermo sul tavolo del dg Masi è lo spot di Parla con me, che prevedeva l‘imitazione di Minzolini. Fermo come anche il contratto della stessa Serena Dandini, in attesa dell’approvazione del cda che dovrebbe arrivare giovedì. In onda, invece, gli spot aziendali.
In un’intervista pubblicata nel prossimo numero de L’Espresso, la Dandini dichiara che sulla Rai pesa ”un clima intimidatorio che non giova alla creatività”. Pur non parlando di regime ma di situazione ”pesante”, Serena Dandini spiega: ”Diciamo che in questa fase i miei avversari sono concentrati su altro, vedi Gianfranco Fini e dintorni. E diciamo anche che la Rai è un’azienda contraddittoria: da un lato la Sipra mi ringrazia per lo share medio del 9 per cento conquistato da Parla con me. Dall’altro, i vertici Rai mi trattano come Cenerentola. Se si aggiunge che il capo di RaiTre, Paolo Ruffini, e il direttore generale Masi si parlano giusto tramite i quotidiani, capite quant’è pesante lavorare qui dentro…”.
La Dandini rivendica però di non aver ”mai parlato di regime, nell’accezione tradizionale. Parlo di un clima asfittico che toglie la voglia di fare, di un’atmosfera intimidatoria che non giova alla creatività”. Ha parlato con il direttore generale della Rai, Mauro Masi: ”Mi ha detto che ha seguito alcune puntate di Parla con me, e che gli sono piaciute”. Quanto alle novità che avrebbero convinto il dg a superare le sue perplessità, spiega scherzando: ”Sarà un programma diverso. Nel senso che Andrea Rivera, per dire, invece di fare le sue famose interviste al citofono nella Capitale, andrà anche in altre città”.
La Dandini commenta l’esordio boom di Enrico Mentana al tg La7 (”è un fuoriclasse assoluto. Non soltanto perché dà le notizie, ma perché fa domande vere”) e la direzione del Tg3 targata Berlinguer (”di Bianca non mi piace la conduzione, in particolare a Linea notte: troppo rigida, paludata”).
Infine un cenno alle polemiche sul suo compenso da 700 mila euro e sulla possibilità che venga ridotto: ”Non lo so, sinceramente. Siamo alla vigilia del debutto e non ho ancora il contratto firmato. Per giunta in Rai mi pagano a puntata, come le corse di un taxi, il che vuol dire che possono cacciarmi in qualunque momento senza spendere un euro”. E una battuta sul passaggio alla concorrenza, dove è stata nel 1999: ”L’altra volta, quando sono passata a Mediaset, Berlusconi era all’opposizione. Dovesse riperdere…”.
A proposito dell’imitazione di Minzolini del comico Max Paiella, di fatto censurata, il presidente della Rai Paolo Garimberti invece dichiara: ”Io sarò un vecchio signore, d’altri tempi ma credo che non sia opportuno che all’interno della stessa azienda si faccia satira politica o quello che è su altre persone della stessa azienda. Ritengo invece occorra sempre fare il gioco di squadra”.
Garimberti parla a margine del Prix Italia 62 in corso a Torino e aggiunge: ”Fa parte di una mia vecchia mentalità forse superata dai tempi ma penso che lo spogliatoio conti, se lo spogliatoio si rompe la squadra non vince”. Il presidente di Viale Mazzini si chiede invece ”se abbia senso un servizio pubblico così com’è in Italia?”. A suo giudizio ”sì se è fatto bene e pensa al pubblico e non ai partiti”.
Ecco lo spot censurato con il “finto” Minzolini: