Le terme euganee oltre il wellness e la fangoterapia: per dare nuovo slancio all’offerta turistica tradizionale gli operatori locali scommettono sul passato, rispolverando e valorizzando le tracce di epoche lontane, dall’età del bronzo alle suggestioni trecentesche.
Arquà Petrarca riscopre così le proprie radici preistoriche, alle quali vuole ora dare adeguata collocazione in un museo civico che, in base ai progetti elaborati per l’Expo 2015, troverà ospitalità nell’Oratorio e nell’adiacente foresteria, a pochi metri di distanza dalla casa del Petrarca. A lanciare l’idea è l’amministrazione municipale, d’intesa con la Provincia di Padova e l’Azienda Turismo Padova-Terme Euganee.
L’obiettivo è quello di far conoscere non solo la storia di Arquà Petrarca e del suo poeta ma, più in generale, le tradizioni e la cultura dell’area meridionale dei Colli Euganei che, da Montagnana a Monselice, dall’Abbazia di Carceri a Este, ospita siti tanto importanti quanto poco frequentati dal turismo, soprattutto internazionale. Lo sforzo comune è quello di ottenere il riconoscimento Unesco del sito palafitticolo nel laghetto della Costa, collocato nella depressione naturale che separa il Monte Calabrina dal Monte Ricco.
Nell’area – che ha alimentato varie leggende, tra cui quella, popolare, secondo la quale nel medioevo un ricco cavaliere avrebbe donato le sue terre, vicine allo specchio d’acqua ai frati, affinché venisse costruito un asilo per accogliere i bisognosi – sono stati trovati vari reperti dell’età del bronzo, risalenti agli scavi effettuati nell’area mezzo secolo fa, i quali, insieme ai reperti di collezioni private, potrebbero diventare il nucleo fondante della nuova sede espositiva.
Alle vestigia risalenti all’età del bronzo si affiancherebbero, in base ai progetti, le tracce di epoca trecentesca per dare vita ad una vera e propria ‘passeggiata’ alla quale si ispira un progetto che Padova ha elaborato in vista dell’Expo del 2015.