
ROMA – D’ora in avanti i prezzi di Booking.com non saranno i più bassi sul mercato. Merito o colpa del compromesso raggiunto dalla capogruppo Priceline con l’Antitrust Ue che aveva aperto a maggio un procedimento nei confronti di Expedia e Booking per la cosiddetta clausola Most favoured nation (Mfn), quella attraverso cui i player si garantivano i prezzi migliori sul mercato, impedendo agli hotel di offrire tariffe più vantaggiose su qualsiasi altro canale di vendita online o offline.
In pratica Booking si impegna a modificare la clausola Mfn in modo che sia applicabile esclusivamente ai prezzi e alle altre condizioni pubblicamente offerte dagli hotel attraverso i propri canali di vendita diretta, sia online che offline, e non più sui prezzi proposti su altre agenzie di viaggio online.
Ad avviare le indagini erano già stati i garanti di Italia, Francia e Svezia, preoccupate per gli effetti anti-concorrenziali delle cosiddette clausole di parità. In particolare temevano che queste clausole limitassero la concorrenza fra Booking.com e gli altri agenti di viaggio on-line e che potessero impedire l’ingresso sul mercato di nuove piattaforme di prenotazione.
Per dissipare questi timori Booking.com ha proposto di abbandonare il requisito di parità rispetto ai prezzi che gli alberghi propongono agli altri agenti di viaggio on-line, permettendo agli hotel, in questo modo, di offrire prezzi diversi alle varie agenzie on-line. Resterebbe per gli alberghi soltanto l’obbligo di continuare a proporre a Booking.com prezzi migliori rispetto ai loro stessi siti.
Le due società consentiranno inoltre a tutti gli hotel partner di applicare sconti sulle tariffe offerte sulla propria piattaforma a clienti che appartengono a gruppi chiusi di utenti. Gli impegni stanno per essere pubblicati sul Bollettino settimanale dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato: eventuali osservazioni dovranno pervenire per iscritto entro il 31 gennaio 2015 e il procedimento di valutazione si concluderà entro il 1 aprile.
Per Federalberghi, l’associazione di rappresentanza degli albergatori, siamo di fronte a impegni che dovranno passare sotto la lente dell’Antitrust, ma certo testimoniano che le accuse mosse a suo tempo nei confronti delle due più grandi agenzie online del mondo, Booking. com ed Expedia, avevano una loro ratio, e “ora è comunque troppo presto per valutarne gli effetti sul mercato”.
