Puntare sulla qualità del vino ma anche investire sull’ambiente, sui beni culturali e sull’identità di un territorio, oltre a saper innovare l’accoglienza e sviluppare nuove offerte turistische. Questi alcuni dei punti di forza che devono caratterizzare sempre più il nuovo turismo enogastronomico italiano, secondo un’indagine realizzata dalle Città del vino e dal Censis.
L’analisi è stata presentata oggi a Alberese (Grosseto) nell’ambito del quarto ‘Forum sul turismo enogastronomico’, che rappresenta una sorta di ‘stati generali’ del settore. Lo studio ha coinvolto 250 degli oltre 1.700 Comuni italiani interessati al turismo enogastronomico, che hanno individuato 10 punti di forza su cui puntare per contrastare il calo della domanda causata dalla difficile congiuntura economica. Dallo studio emerge che il primo punto di forza è la qualità del prodotto base, ovvero il vino (per il 76% dei comuni).
Il secondo aspetto é la qualità ambientale e paesaggistica (48,8%), il terzo le attrazioni turistico-culturali, storiche e archeologiche (28,1%). Altre leve importanti per il settore sono la forte caratterizzazione identitaria dei luoghi (24,8%), la possibilità di costruire itinerari turistici differenziati (18,6%), la tradizione e l’innovazione della cultura dell’ accoglienza del Belpaese (14,9%), i collegamenti con le reti nazionali e internazionali (13,6%), passando poi alla diversificazione dell’offerta della ristorazione (12,8%).
Per migliorare ancora il settore, le Città del vino chiedono “azioni concrete per migliorare l’efficacia di strumenti importanti e non ancora al massimo delle loro potenzialità , come le 154 Strade del Vino, non tutte ugualmente funzionanti ed efficienti”.