Opere d’arte che sono state sottratte ai ladri e dal commercio clandestino e che ora potranno essere di nuovo ammirate da tutti. ‘Dal sepolcro al museo. Storie di saccheggi e recuperi. La Guardia di finanza a tutela dell’archeologia’ è il titolo della mostra, nata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e promossa dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico – Nucleo PT Roma della Guardia di Finanza in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si terrà al Complesso del Vittoriano fino al 12 settembre.
Il patrimonio archeologico è esposto alla costante emorragia del mercato clandestino che viene alimentato molto spesso dai grandi collezionisti e vede anche alcune istituzioni museali straniere, essere committenti: ‘predatori dell’arte’ che scavano in sepolcri, saccheggiano siti archeologici mai censiti, trafugano corredi funerari per far fronte alla domanda di chiunque voglia possedere un’opera d’arte.
Nel solo biennio 2008/2009, l’impegno della Guardia di Finanza ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 manufatti di interesse archeologico, il sequestro di 136.873 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazione di natura penale correlate allo specifico compendio, che rappresentano – in termini percentuale – un incremento di circa il 50 per cento rispetto al biennio precedente.
Una sezione della mostra, dal titolo “Post Fata Resurgo. La vita post mortem nell’antichita”, tratterà il tema del rito funerario delle popolazioni italiche: qui si potranno ammirare diverse tipologie sepolcrali, dalla cista di tufo ovoide villanoviana fino al sarcofago in marmo di età imperiale, recuperate dal mercato illecito insieme a delle ceramiche di un corredo tombale che si era perso negli anni ’50.