
ROMA – “Un’immensa isola di plastica formata dai rifiuti gettati in mare negli ultimi 50 anni si รจ formata nell’oceano”. Rifiuti di plastica che si accumulano negli anni e che si sostituiscono al plancton, mettendo a rischio la salute dei mari. Questa la teoria di Nicolรฒ Carnimeo espressa sul blog di Beppe Grillo e nel video “Il continente di plastica”.
Sul blog di Beppe Grillo, il professore universitario Carnimeo parla del “Graet Pacific Garbage Patch”, ovvero un’isola formata da rifiuti trasportati dalle correnti dell’oceano e depositati in alcuni punti dove la plastica ristagna e mette a rischio gli ecosistemi marini:
“Il mio viaggio nel mare di plastica รจ partito a Londra, dove ho incontrato chi ha scoperto il “Great Pacific Garbage Patch”, che cosa รจ? ร un’immensa isola formata da tutti i rifiuti di plastica che abbiamo gettato negli ultimi 50 anni. Il mare, attraverso le correnti, li fa convergere in alcuni punti e lรฌ restano e forse resteranno per sempre.
Questo comandante si chiama Charles Moore. Siamo andati insieme a vedere lโisola di plastica. Nel mio libro โCome รจ profondo il Mareโ (Ed. Chiarelettere) la chiamo lโisola che non cโรจ, perchรฉ in effetti รจ formata da miliardi e miliardi di piccolissimi frammenti diventati pulviscolo, perchรฉ la plastica in mare si frantuma, si degrada. Perchรฉ sono cosรฌ pericolosi? Perchรฉ imitano il plancton, la base della catena alimentare. I pesci poi si mangiano, dal piรน piccolo al piรน grande, e i frammenti di plastica entrano nella catena alimentare e arrivano fino a noi, con quali conseguenze ancora non sappiamo”.
Per scoprire queste isole basta calare una rete nel mare e filtrarne le acque, spiega Carnimeo, che nel video di aver viaggiato dall’oceano al Mediterraneo:
“Ho partecipato a una spedizione scientifica che si chiama “Expedition M.e.d.” e abbiamo scoperto una cosa devastante, nel nostro Mediterraneo, che รจ un mare chiuso, di plastica ce ne รจ ancora di piรน! Miliardi e miliardi di microframmenti. La stessa sabbia dove camminiamo, ormai รจ di plastica. Fate una prova, prendete una specie di rastrello, quello che usano i bambini per giocare e guardate quanti microframmenti ci sono!”.
Carnimeo spiega che la plastica deriva dai milioni di oggetti che ogni giorno vengono gettati nei rifiuti, ma ben altri veleni sarebbero nei nostri mari:
“La plastica non รจ lโunico elemento che sta devastando i nostri mari, e poi noi, come abbiamo visto, cโรจ anche il mercurio. Me ne sono accorto sul Gargano quando sette giovani capodogli si sono spiaggiati. Erano dei giovani capodogli nati e cresciuti nel Mediterraneo. Qualcosa di terribile li ha spinti a correre verso le coste del Gargano, sette giorni, nuotando incessantemente senza mangiare, per morire lรฌ. Tutte le cause non si sanno, ma sicuramente una รจ certa: il mercurio! Quando si analizzano i tessuti dei capodogli si trovano tutti gli inquinanti che noi sversiamo in mare, tra questi il mercurio รจ tra i piรน pericolosi. Abbiamo due tipologie di rischio, una quando cโรจ un inquinamento specifico, cioรจ cโรจ una fabbrica inquinante che sversa mercurio in una determinata zona e lโaltra per la generalitร dei consumatori”.
Anche il tritolo รจ uno dei veleni rinvenuti in mare, dice Carnimeo:
“E poi nel mio lungo viaggio, parlo anche di tritolo, degli arsenali bellici che sono stati sversati in mare, sรฌ, perchรฉ il mare pensiamo che sia la nostra discarica, solo perchรฉ le cose non le vediamo piรน, e invece le bombe restano lรฌ, gli armamenti pure, tutto ciรฒ che viene sversato in mare, come in Giappone a Fukushima, dopo lโincidente della centrale nucleare, prima o poi ci ritornerร indietro!”.
