La squadra mobile di Caserta ha arrestato 26 persone per traffico di droga e di armi e per aver compiuto delle rapine a tir. La banda faceva custodire la droga all’interno di un appartamento da un pitone bianco che serviva a scoraggiare eventuali intrusioni.
Secondo gli inquirenti si tratta di una banda di “cani sciolti”, non legata a nessun clan camorristico, che operava nella zona di Caserta, Marcianise, Maddaloni e cittadine limitrofe, cercando di “sostituire” l’egemone clan Belforte, decimato dagli arresti delle forze dell’ordine. Tra gli arrestati Antonio Pascarella, 30 anni, di Cervino, paesino della provincia di Caserta e Raffaele Vigliotti, 28 anni di Maddaloni, entrambi già detenuti. In manette anche due militari dell’Esercito: Giovanni Iaderosa, 32 anni, di Sant’Agata dei Goti (Benevento), caporal maggiore in servizio alla caserma “Salomone” di Capua, e Biagio Calato, 32 anni, di Capodrise (Caserta), caporal maggiore in servizio al battaglione logistico della caserma “Baldassarre” di Maniago (Pordenone).
La droga veniva nascosta in zone impervie nei pressi dell’abitazione familiare dei Pascarella a Cervino, da dove veniva trasportata continuamente nell’appartamento situato a Caserta: qui, durante l’assenza dei component veniva lasciato libero un grosso pitone bianco con lo scopo di scoraggiare eventuali intrusioni. Da qui il nome dell’operazione, denominata “White Snake” (“Serpente bianco”). Lo stupefacente veniva tagliato e confezionato all’interno dello stesso appartamento, dove, spesso, i clienti venivano invitati anche a consumare le dosi, al fine evitare il pericolo che, se fermati dalle forze dell’ordine subito dopo in strada, potessero rivelare le persone o i luoghi dove era stato acquistato.
In alternativa, la cocaina veniva consegnata per la vendita al dettaglio ai numerosi “pusher” al servizio dell’organizzazione.
