ROMA – Da una parte gli Indignati della scuola in corteo sotto il Ministero dell’Istruzione. Dall’altra il flash mob in piazza del Popolo, ragazzi giovani ma anche meno giovani che ballavano “Gangnam Style”. Da una parte l’impegno di chi protesta e vorrebbe cambiare il proprio futuro, dall’altra il ballo di massa, liberatorio e disimpegnato. Due eventi diversi, due vere fazioni che si sono scontrate sulla piazza virtuale di Facebook. Con i primi che recriminano ai secondi: non era meglio unirsi alla protesta anziché stare in piazza a divertirsi?
Sabato a Roma ci sono state due differenti manifestazioni. Da una parte il corteo “classico”, sfilata e cori sotto il ministero dell’Istruzione. Dall’altra il corteo “alternativo”, che oggi si chiama “flash mob”. Ovvero un evento organizzato per lo più tramite social network e passaparola: si decide il dove e il come e si improvvisa una manifestazione che abbia un che di inaspettato in modo da attirare l’attenzione di chi passa. E “l’inaspettato” in questo caso non era un particolare messaggio o una protesta verso qualcosa in particolare. L’inaspettato era l’evento in sé: vedere migliaia di ragazzi in piazza del Popolo ballare e dimenarsi sulle note di “Gangnam Style”, tormentone coreano del momento.
Solo che, il giorno dopo, si tirano le somme. E gli Indignati “tradizionali” se la sono presa con gli “improvvisati” del flash mob per aver, in sostanza, preferito divertirsi in piazza piuttosto che fare i seri e unirsi ai cori di protesta di viale Trastevere. I rispettivi organizzatori dicono che sotto il ministero c’erano 50mila persone mentre a piazza del Popolo erano 30mila. Insomma, dicono gli Indignati, non era più efficace unire le due manifestazioni e formare così un maxi corteo da quasi 100mila persone?
Sulle pagine di Facebook dedicate all’uno e all’altro evento lo scontro arriva proprio il giorno dopo: “Riusciamo a riempire le piazze per un balletto, mentre quando si tratta di protestare contro chi ci rovina il futuro restate tutti a casa”, scrive Roberta. “Non era meglio venire a dare man forte al corteo della scuola pubblica? L’istruzione va a rotoli, il lavoro non c’è per nessuno, ci stanno facendo un mazzo tanto e voi ballate? Potevate ballare al corteo con noi!”.  E gli altri: “Finitela di fare i moralisti”, “ma quali pecore, eravamo fighissimi”, “siete solo invidiosi, fatevi una risata”.
