SAN PAOLO – Le mutande mostrate da Neymar da Silva Santos Júnior, giocatore del Brasile, fanno arrabbiare la Fifa. Secondo la federazione calcistica il numero 10 della nazionale del Brasile è reo di aver fatto pubblicità ad una marca di intimo che non è tra gli sponsor ufficiali del Mondiale di calcio del 2014.
Tutto accade al termine della partita Brasile-Messico, quando Neymar scambia la sua maglietta con un avversario e resta in calzoncini e mutande a vista, scrive il Corriere della Sera:
“Ma la Fifa che si arrabbia (e molto) non è turbata tanto dall’oltraggio al pudore, quanto dalla presunta violazione dell’articolo 33 della cosiddetta Legge generale della Coppa: quello che punisce le aziende che non siano sponsor ufficiali del Mondiale ma che riescano comunque a farsi pubblicità”.
La Fifa ha così deciso di aprire un procedimento extragiudiziale contro l’azienda produttrice della “sunga”:
“Tenendo in sospeso la questione se Neymar l’abbia fatto più o meno apposta, resta il fatto che l’azienda tessile che produce la «sunga» (cioè l’indumento con quel particolare taglio) del numero 10 della Seleção, poco dopo quella partita ha messo sulla propria pagina Facebook una di quelle immagini, poi fatte sparire”.
L’azienda si è difesa spiegando di aver spedito le mutande a tutti e 23 i giocatori della nazionale prima che il mondiale iniziasse e che si trattava di un semplice regalo e che il fatto che siano state mostrate dal giocatore è del tutto casuale:
“L’azienda ha anche aggiunto che la richiesta della Fifa in realtà avrebbe come bersaglio l’utilizzo (anch’esso proibito) di immagini ufficiali di gioco a scopi commerciali. Si attende prossima punta. Nell’attesa, la Folha si è divertita a recuperare le foto dei giocatori del Brasile che, in Mondiali precedenti, esultavano in modo curioso. E poi si scoprì che facevano pubblicità occulta (o «marketing de emboscada», come si dice in portoghese brasiliano e che rende l’idea) a una notissima marca di birra”.