MILANO – Alla stazione centrale di Milano, un gruppo di lavoratori dell’indotto delle Ferrovie dello Stato sta protestando contro la riduzione dei treni notturni operata da Trenitalia.
A protestare ci sono anche gli occupati della società Wagon-lits che si sono radunati nei pressi di un binario morto. Tre di loro, dalla notte di giovedì scorso sono saliti su una torre all’esterno della tettoia che copre i convogli, srotolando uno striscione. Gli operai protestano per proteggere il loro posto di lavoro. Proteste analoghe sono in corso dal primo dicembre anche a Roma ed in molte altre città italiane.
Il Comune di Milano ha fatto sapere tramite l’assessore comunale alle Politiche del Lavoro Cristina Tajani, di essere “a fianco della protesta dei lavoratori”.
I tre lavoratori protestano contro una riduzione che mette a rischio circa mille lavoratori della ex Wagons Lits. “Stiamo predisponendo un documento congiunto con il Comune di Torino – ha spiegato loro la Tajani, interloquendo al telefono con i tre dai piedi della torre – da indirizzare al governo e alle Ferrovie per chiedere loro un passo indietro rispetto alla decisione presa che mette a rischio dei posti di lavoro e di tagliare in due l’Italia”.
L’assessore si è poi detta “preoccupata” per le condizioni di salute e sicurezza dei tre lavoratori da cinque giorni abbarbicati sulla torre. “Possiamo fare solo un’azione di pressione politica” ha ammesso la Tajani. Per il futuro poi, qualora non si arrivasse a una soluzione “siamo disponibili a intervenire per verificare una eventuale ricollocamento dei lavoratori – ha concluso – attraverso le nostre aziende partecipate”.
Intanto, i tre sulla torre hanno fatto sapere che non si muoveranno “finché Trenitalia non garantirà il trasporto pubblico anche notturno” ha spiegato Angelo Mazzeo, delegato di base di Filt Cgil. Da giovedì notte i tre sulla torre mangiano, dormono e vivono il loro dramma di licenziati lassù, al gelo: “Non scenderemo finché tutti e mille i lavoratori licenziati avranno garanzia del posto” hanno promesso. I colleghi manifestano accampati nelle tende: “Siamo il capro espiatorio di una guerra commerciale all’interno di Trenitalia”.
Domenica mattina i loro colleghi e familiari hanno dato vita a un corteo di solidarietà all’interno della stazione. Il corteo è stato aperto dai figli dei dipendenti, che reggevano in mano uno striscione con scritto in calligrafia infantile “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. I bambini hanno realizzato un piccolo albero di Natale al quale hanno appeso le lettere di licenziamento dei genitori.
