
ROMA – L’Italia potrebbe volare alla notte degli Oscar grazie a Tiger Boy, un corto in lizza per entrare nella cinquina dei migliori cortometraggi. Diretto da Gabriele Mainetti, soggetto e sceneggiatura di Nicola Guaglianone Tiger Boy parla di Matteo, nove anni e degli abusi subiti a scuola, nella periferia romana. Il bambino indossa sempre una maschera, la maschera dell’uomo tigre, un wrestler della periferia diventato un mito per il bimbo, un mito gli darà la forza di reagire contro gli abusi del preside.
“I miti portano sempre il nostro peso sulle spalle – dice lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, parlando del rapporto sottile ma tenace che il piccolo protagonista instaura con il wrestler che, suo malgrado, lo condurrà verso la libertà – E la scena finale colpisce perché non si penserebbe mai che un bambino possa trovare il coraggio di reagire al suo aguzzino”.
La scheda:
cast: Francesco Foti, Lidia Vitale, Simone Santini
musica: Gabriele Mainetti
costumi: Margherita Meddi
scenografia: Martina Castagnoli
montaggio: Simone Manetti
fotografia: Michele D’Attanasio
aiuto regia: Matteo Albano
produttore: Gabriele Mainetti
produttore esecutivo: Marta Cipriani
soggetto e sceneggiatura: Nicola Guaglianone
regia: Gabriele Mainetti
