MOSCA – Pussy Riot, dopo il carcere sono tornate più famose di prima ed ecco il loro nuovo video. Si chiama ‘Cahika”, dal nome del procuratore generale russo Yuri Chaika, anche se il diritto interessato respinge ogni addebito.
Nel video, infatti, la band un tempo famosa per i blitz nella cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca con il volto coperto da passamontagna dice di prendersela, rappando, con l’apparato repressivo russo.
Con indosso l’uniforme blu degli addetti alla giustizia, ingentilite da calze a rete e tacchi a spillo rossi, Nadezhda Tolonnikova e compagne a ritmo di rap fingono di frustare e incaprettare sospettati, di praticare il waterboarding e altre torture su prigionieri incappucciati o con il cappio al collo, in buie prigioni, poi si godono un ricco pasto in un salone.
Due delle Pussy Riot (la Tolonnikova e Maria Alekhina) sono state condannate per la loro “preghiera punk” nella cattedrale di San Salvatore a Mosca e rilasciate nel dicembre 2013 qualche mese prima che finissero di scontare i loro due anni di condanna.
Chaika era finito già nel mirino del blogger Aleksei Navalny, che ne aveva denunciato la corruzione in una video inchiesta in cui sono coinvolti anche i figli Artem e Igor e le loro lucrose attività ai confini con la criminalità organizzata.
Sempre in questi giorni Navalny ha pubblicato un “libro nero” con l’elenco dei funzionari pubblici, giudici, procuratori, dirigenti di ministeri, coinvolti in presunte violazioni in casi giudiziari riconducibili a ragioni politiche. Una lista in cui sono state inserite 265 persone, con l’elenco e la descrizione degli episodi che vengono loro contestati.