Vittoria con molte punte di amaro per il centrodestra. Si prende, strappandolo con le unghie al centrosinistra, il trofeo più prestigioso, la provincia di Milano. Conquista le amministrazioni comunali e provinciali in tante parti d’Italia, laddove nel 2004 aveva preso un cappotto di 50-8 alle province e 25-5 ai comuni: questa volta finisce rispettivamente 28-34 e 16-14, praticamente fifty-fifty.
Ma politicamente da queste elezioni il centrodestra non ottiene quello che voleva: fare sparire gli avversari dal Nord, dove invece conservano le province di Torino e Rovigo e battagliano fino all’ultimo voto a Milano (Penati arriva fino al 49,8% dei voti). Rimane guidato da Flavio Zanonato il comune di Padova, fortino Pd al centro di un Veneto leghista e pidiellino.
Si confermano poi inattaccabili le roccaforti rosse di Bologna e Firenze, ben difese dal 60,7% di Flavio Delbono e dal 60% del gianburrasca Matteo Renzi. Rimane delle sue idee anche l’elettorato di Ancona e Terni.
Più sfumato il risultato al Sud. In Puglia, il centrodestra si tiene il comune di Brindisi e conquista la provincia di Lecce dopo un tiratissimo testa a testa. Ma perde al comune di Bari, dove rimane in sella Michele Emiliano, perde a Foggia, alla provincia di Taranto e a quella di Brindisi. Va detto però che il centrosinistra pugliese ha fatto quasi ovunque degli accordi con l’Udc.
In Calabria il centrosinistra vince alle provinciali di Cosenza, perde a quelle di Crotone.