Non dobbiamo odiare le meduse, l’incubo di tutti i bagnanti. È quanto emerge da uno studio dell’Università canadese di Victoria pubblicato sulla rivista Nature, in cui si spiega che creature marine come le meduse hanno un ruolo fondamentale nel mescolare le acque, proprio come fanno correnti e maree.
La questione è l’intercambio tra il basso e l’alto: l’acqua della superficie infatti, se non avesse le correnti, sarebbe stagnante e priva di importanti elementi nutrivi, mentre quelle del fondo resterebbero prive di ossigeno. Lo studio canadese, mette in evidenza l’importanza delle azioni che avvengono nel mare che portano a rimescolare quest’acqua. Ora, alcuni piccoli abitanti del mare compiono un’azione continua che è capace di avere lo stesso effetto di una marea o del vento. Spiega Kakani Katija, uno degli autori della ricerca: «Mentre nuotano, le meduse spingono via l’acqua e creano un’area di pressione maggiore di fronte a loro mentre l’area dietro di loro diventa di bassa pressione. In questo modo l’acqua scorre velocemente dietro l’animale per riempire la zona di bassa pressione, con il risultato che c’è uno scambio costante».
Lo studio, a detta degli scienziati, voleva svelare come gli animali marini stessi, con il nuoto, possono influire sul movimento dell’oceano. Sono infatti miliardi le piccole meduse che ogni giorno si spostano per centinaia di metri dal fondo degli oceani verso la superficie, dove si alimentano. Gli scienziati concludono che «ci sono abbastanza animali di questo tipo nell’oceano da generare trilioni di watt di energia, di sicuro paragonabili a quelli generati dal vento e dalle maree».