ROMA – M5S macchina da ballottaggio. Ma su 1274 Comuni è al 21,4%. Nell’analisi storica dei i 532 ballottaggi che si sono svolti in Italia dal 2010 al 2015 l’esito del secondo turno di questa tornata amministrativa era già scritto. “Per la natura composita del suo elettorato e per il suo messaggio trasversale e ‘pigliatutti’, il M5s si dimostra una ‘macchina da ballottaggio’, in grado di smentire i pronostici della vigilia soprattutto quando sfida un candidato del Partito democratico”.
L’Istituto Cattaneo aveva colto in anticipo i segnali del ciclone 5 Stelle che hanno conquistato 19 Comuni su 20, dove erano arrivati al secondo turno. A dirlo lo stesso istituto Cattaneo tacciato di essere filo-Pd da Grillo quando, subito dopo il primo turno, aveva un po’ ridimensionato l’enfasi della vittoria grillina, attestatasi – considerando i 1274 Comuni al voto e i 12 milioni e mezzo di elettori aventi diritto un campione più che affidabile – al 21,4%, in crescita rispetto alle comunali 2011, in arretramento rispetto alle politiche del 2013.
Al ballottaggio di ieri l’affluenza è stata del 50,54%. 126 i Comuni interessati (ci sono anche i 5 Comuni sotto 5mila abitanti dove non si è raggiunto un vincitore), circa 8 milioni e mezzo gli elettori coinvolti. In più dell’80% dei comuni “superiori” (121 su 149) il primo turno non è servito a stabilire il vincitore delle elezioni ed è stato indetto un secondo turno tra i due candidati meglio piazzati.
Centrosinistra al 34,3%, centrodestra al 29,5% e M5s al 21,4%; i primi due in calo rispetto alle precedenti amministrative ma in crescita rispetto alle politiche del 2013, i pentastellati invece in calo rispetto al 2013. Lo rileva una nota dell’Istituto Cattaneo che ha condotto un analisi dei voti su alcuni capoluogo di provincia.
“L’Istituto Cattaneo – si legge in una nota – ha effettuato alcune elaborazioni dei risultati del voto delle elezioni comunali del 5 giugno per capire in che misura le principali “aree politiche” (centro-destra, centrosinistra, Movimento 5 stelle) nei comuni capoluoghi abbiano riscosso maggiori o minori consensi rispetto alle elezioni politiche del 2013 e alle precedenti amministrative del 2011. Le prime rappresentano il momento nascente del nuovo sistema politico tripolare, mentre le seconde quelle “analoghe” con cui procedere dal punto di vista metodologico sebbene “lontane” nel tempo dal punto di vista dell’offerta politica. Fra i risultati più importanti si possono citare:
– il centro-destra nel suo complesso perde circa 7 punti percentuali rispetto al 2011, ma recupera parzialmente nel confronto con il 2013.
– il centro-sinistra nel suo complesso perde circa 9 punti percentuali rispetto al 2011, ma cresce leggermente in confronto al 2013.
– il Movimento 5 Stelle cresce rispetto al 2011, anche in virtù del fatto che nelle scorse comunali non era presente in alcuni comuni del campione, mentre perde circa 4 punti percentuali rispetto politiche del 2013.
Cambiamenti per aggregati politici 2016 comunali – 2013 politiche – 2011 comunali
Comuni 2011: centrodestra 36,7%, centrosinistra 41,4%, M5S 6,1%
Camera 2013: centrodestra 25,4%, centrosinistra 33,1%, M5S 25%
Comuni 2016: centrodestra 29,5, centrosinistra 34,3%, M5S 21,4%