ROMA – ''Sicuramente le elezioni che ci saranno il 1 aprile in Birmania saranno le piu' aperte e pubbliche finora in quel paese, anche se non si puo' dire che saranno totalmente libere. Sono certo che Aung San Suu Kyi verra' eletta e spero che fra 3 o 4 anni diventera' il presidente della Birmania, agirebbe per il bene del suo popolo''. Lo dice Luc Besson, a Roma per presentare The Lady, il film sulla vita del Nobel per la Pace (interpretato da Michelle Yeoh), in sala da venerdi' in 150 copie distribuito da Good Films.
''La dittatura ha pensato che Aung San Suu Kyi fosse controllabile, invece lei si batte per la liberta' d'espressione del suo popolo e perche' possa vivere in condizioni piu' umane, non pensa al potere e alla gloria – ha spiegato il regista -. Ucciderla ora non avrebbe senso, visto quanto e' amata. Lei poi si batte attraverso la non violenza ed e' l'unica che riuscirebbe a pacificare le 120 etnie che ci sono in Birmania, l'unica in grado di ridare liberta' e democrazia a quel paese. Spero che il governo birmano nella sua immensa saggezza sappia lasciare spazio e posto a questa donna eccezionale''.
Nel film, che ha aperto la scorsa edizione del Festival di Roma, Besson oltre a raccontare la lotta di Aung San Suu Kyi per la democrazia in Birmania si e' soffermato sulla sua dimensione privata, sul rapporto tra lei, il marito inglese Michael (David Thewlis), che l'ha sempre appoggiata fino alla morte prematura per il cancro nel 1999, e i figli. Besson che e' riuscito ad incontrare Aung San Suu Kyi solo a film finito ha detto che per quanto lui sappia ''lei non ha ancora visto il film, perche' e' emotivamente molto difficile''.