Basta ruoli da eroe per Russel Crowe, ora ha deciso di interpretare un professore e padre di famiglia. Abbandonato il Gladiatore e le frecce di Robin Hood, l’attore ha girato, diretto da Paul Haggis il thriller “The next three days”. Per lui questa volta ci sono al posto delle scene storiche i falsari di documenti, i gangster e gli spacciatori. Non vuole essere ricordato solo come eroe di un kolossal e quindi è arrivato il thriller sulle ingiustizie.
A fare da cornice al nuovo film una Pittsburgh operaia. Nella trama la moglie (Elizabeth Banks) viene accusata di omicidio e condannata all’ergastolo. Così decide di farla evadere: «Volevo ritornare a personaggi estrapolati dalla vita comune, ma che, messi di fronte a situazioni diverse, si confrontano con mondi a loro estranei, mettendo tutto in discussione. Toccherà allo spettatore trovare la presunta innocenza o colpevolezza della moglie del mio professore, John Brennan, che ricostruisce, ma quanto non lo sappiamo, una vita dopo la fuga insieme al marito e al figlioletto, lontani tutti e tre, privati della loro identità , in fuga in Sud America», ha spiegato al Corriere della Sera.
Poi ancora: «La fuga può essere intesa come colpevolezza, perché deraglia un meccanismo della giustizia che non sempre si può più definire tale. Basta poco oggi per ritrovarsi per qualche zona d’ombra non verificata dietro le sbarre, chiuso in un meccanismo che cancella i principi sui quali avevi basato la tua vita. Per me, girando a Pittsburgh, tra i lavoratori, questo film è stata una analisi anche del reale. Che spesso poco ha a che fare con Hollywood».
