Paura in Danimarca dove un kamikaze ha tentato di farsi esplodere in un albergo della capitale Copenhagen. L’uomo, secondo le prime indiscrezioni un minorenne proveniente dal Lussemburgo è stato arrestato dopo aver tentato la fuga in un parco.
Saranno le minacce del falò coranico, sarà l’annosa questione delle vignette offensive contro Maometto, il nono anniversario dell’attentato dell’undici settembre si presenta come uno dei più carichi di tensione e preoccupazione.
Le parole del pastore Terry Jones hanno acceso una miccia solo in parte disinnescata dall’annuncio del ripensamento dell’ultimo minuto. Intanto c’è già scappato il morto: stamattina, in Afghanistan, un uomo ha perso la vita durante una manifestazione contro il rogo. Un’altra vittima del fanatismo che altri fanatici potrebbero voler mettere in conto a quell’occidente che pur con sdegno si è opposto all’iniziativa del pastore.
L’allarme dell’interpol, insomma, è rientrato solo in parte. Restano le preoccupazioni per gli attentati e, soprattutto, restano l’ignoranza e l’odio dei fanatici, da una parte e dall’altra.
La Danimarca, in ogni modo, sembra un obiettivo tutt’altro che casuale. Non c’è infatti solo il falò di Terry Jones. C’è l’irrisolta questione delle vignette offensive su Maometto pubblicate, nel 2005, proprio da un giornale danese. Sono passati cinque anni, è vero. Ma è anche vero che è notizia di gennaio del 2010 l’arresto di un somalo che aveva tentato di introdursi proprio in casa di Kurt Westergaard, l’autore di quelle discutibili vignette.
Oggi il kamikaze. Forse è collegato ad al Qaeda, forse no. Quale sia la verità resta, purtroppo, la paura.