ROMA – Se la ex moglie dopo il divorzio non vuole lavorare niente più assegno di mantenimento. Questa la decisione della Cassazione se la donna si rifiuta di lavorare, nonostante abbia le capacità professionali, e per di più ha un nuovo partner.
Marina Crisafi sul sito dello Studio Cataldi scrive che le conseguenze per le ex mogli che si rifiutano di andare a lavorare possono essere la revoca dell’assegno divorzile, stando alla sentenza della Cassazione n. 14244/2016:
“Per la Corte d’Appello, non sussistevano le condizioni per il riconoscimento del diritto, in relazione alle condizioni economiche dei due ex coniugi, nonché”al rifiuto da parte della donna di utilizzare sul mercato del lavoro le proprie capacità professionali” e alla convivenza stabile con un nuovo partner.
La visione di merito viene condivisa ora dal Palazzaccio. Per gli Ermellini, infatti, il ricorso della donna è inammissibile e infondato, giacché mancano gli elementi sufficienti idonei a rappresentare una “situazione di non autonomia reddituale” della donna e “di disponibilità di mezzi economici tale da impedire di procurarsi da sola un tenore di vita tendenzialmente analogo a quello goduto nel corso del matrimonio”. Per cui, niente assegno per la ex oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali”.