ROMA – Il governo di Mario Monti ha rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale, la Aia, allo stabilimento dell’Ilva di Taranto. L’impianto avrà tre mesi di tempo per mettere in atto le nuove misure. L‘Ilva si è dichiarata pronta ad ottemperare alle prescrizioni della nuova Autorizzazione, ma chiede il dissequestro dell’impianto, le cui aree a caldo erano state poste sotto sequestro lo scorso 11 agosto.
La nuova Aia aggiorna le prescrizioni di quella precedente, rilasciata il 4 agosto 2011, con le nuove richieste avanzate dal Presidente della regione Puglia lo scorso 5 marzo 2012.
L’autorizzazione è stata rilasciata dopo i pareri dei ministri della Salute, del Lavoro e Politiche Sociali, degli Interni, dello Sviluppo Economico e Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. A concludere la procedura per il rilascio è stato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
L’azienda ha poi sottolineato di aver già investito 4,6 miliardi di euro per le bonifiche, ma affinché sia possibile attuare tutte le disposizioni richieste la riproduzione deve riprendere.
GOVERNO RILASCIA L’AIA – Palazzo Chigi ha diffuso in una nota la notizia del rilascio dell’Aia all’Ilva di Taranto:
“L’Autorizzazione, sulla base di quanto richiesto il 5 marzo 2012 dal Presidente della Regione Puglia – si legge nella nota – aggiorna la precedente AIA rilasciata il 4 agosto 2011 in merito alle prescrizioni relative alle aree a caldo, ed alle aree di stoccaggio e movimentazione, dello stabilimento, con particolare riferimento alle emissioni di polveri e di benzopirene, sia convogliate che diffuse, nonché alle altre emissioni inquinanti quali diossine e furani”.
“Con successivi provvedimenti – prosegue – si procederà a disciplinare: – entro il 31 gennaio 2013, le discariche interne, gestione dei materiali, sottoprodotti e rifiuti inclusi, gestione delle acque e delle acque di scarico, – entro il 31 maggio 2013, le restanti aree ed attività dello stabilimento non considerate, nonché il sistema di gestione ambientale e la gestione energetica”.
“L’Autorizzazione – si legge ancora – si inserisce nel contesto delle iniziative previste dal Protocollo d’intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, sottoscritto il 26 luglio dai Ministri dell’Ambiente, delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico, della coesione territoriale, dalla Regione Puglia, dalla Provincia e dal Comune di Taranto, dal commissario del porto di Taranto. L’Autorizzazione stabilisce l’applicazione anticipata al 2012 delle prescrizioni europee – che entreranno in vigore nel 2016 – per l’impiego delle migliori tecniche disponibili (BAT) per la produzione di ferro e acciaio pubblicate nella G.U. dell’Unione Europea l’8 marzo 2012 n. L70. L’Autorizzazione recepisce inoltre le prescrizioni della Regione Puglia in applicazione delle leggi regionali per la regolazione delle emissioni di diossine e furani, il contenimento dell’inquinamento da benzo(a)pirene, e la tutela della salute nelle aree pugliesi già dichiarate a elevato rischio ambientale”.
“Le prescrizioni inoltre tengono conto delle raccomandazioni del Ministero della Salute sulla base dei dati epidemiologici aggiornati, nonché della proposta del medesimo Ministero per l’istituzione a Taranto di un ‘Osservatorio e sistema di monitoraggio sanitario’ – conclude la nota -. Le prescrizioni, esecutive a partire dalla pubblicazione dell’Autorizzazione sulla Gazzetta Ufficiale, stabiliscono un cronoprogramma con misure urgenti da adottare entro tre mesi e successivi interventi da completare entro il 2014″.
ILVA: “SBLOCCARE IL SEQUESTRO” – L’Ilva è pronta ad attuare le disposizioni dell’Aia, ma chiede come “presupposto imprescindibile per l’attuazione del piano la piena disponibilità degli impianti, oggi sotto sequestro”.
L’azienda fa presente di aver “esaminato nel dettaglio le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale” e che “intende applicare quanto richiesto dal provvedimento. Stiamo lavorando – aggiunge la nota – ad un piano industriale con l’obiettivo di verificare la sostenibilità finanziaria degli investimenti alla luce dei nuovi limiti imposti dall’Aia”.
Il gruppo “intende continuare a lavorare e non si sottrae alla responsabilità di fare impresa, sia per tutelare le decine di migliaia di posti di lavoro sia l’economia del Paese. Le prescrizioni a cui ci dobbiamo adeguare richiedono in breve tempo investimenti imponenti che ai nostri concorrenti europei sarà consentito fare tra molti anni”, prosegue la nota. L’Ilva ricorda di aver investito sino ad oggi “4,6 miliardi di euro nello stabilimento di Taranto per l’ammodernamento tecnologico e l’ambientalizzazione”. Per attuare le prescrizioni l’azienda chiede quindi “la piena disponibilità degli impianti” dell’area a caldo sottoposti a sequestro.