17.09 Il racconto degli italiani – Tranquilla di giorno, movimentata di sera con spari e urla provenienti dalla strada. Scorre cosi’ a Tripoli, secondo quanto hanno riferito alcuni italiani rientrati oggi dalla Libia con un volo di linea atterrato a Fiumicino, la giornata nella capitale. Stando alle testimonianze dei nostri connazionali, per lo piu’ lavoratori o famiglie di dipendenti di ditte anche straniere, Tripoli offre ”due facce” di se’ che disorientano cosi’ chi la osserva da fuori.
”Esco la mattina e vedo gente che fa tranquillamente la spesa, oppure giovani studenti che vanno a scuola. Quando rientro in casa – racconta Elisabetta Gambini, romana, un bimbo di 3 anni, moglie di un dipendente della Ericsson – sento la mia vicina che parla di mercenari pro Gheddafi che se ne andrebbero in giro a tagliare le mani degli oppositori del regime. A mente fredda – ha aggiunto – mi sembrano leggende metropolitane, perche’ poi non ne hai riscontro quando esci per strada”. La giovane donna ha quindi detto di essere rientrata oggi a Roma su consiglio del marito. ”Visto che la situazione non è molto chiara e temendo che possa davvero precipitare da un momento all’altro, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio che mio figlio ed io tornassimo in Italia”. Di colpi d’arma da fuoco, cassonetti bruciati e sassi per la strada, ha invece parlato Alberto Carta, di Perugia, panificatore di mestiere e tornato in Italia per un lutto in famiglia. ”Dal mio albergo, situato in prossimita’ di una stazione di Polizia, ho sentito spari di sera e urla di giovani. Mi e’ poi parso di capire che siano stati lanciati dagli agenti anche dei lacrimogeni, ma non li ho visti direttamente.
Soltanto questa mattina, lasciando l’hotel per recarmi in aeroporto, ho visto che nel raggio di 500 metri intorno al mio albergo, c’erano a terra molti sassi e i cassonetti risultavano parzialmente bruciati. Lungo il percorso fino allo scalo aereo di Tripoli – ha poi aggiunto – ho notato alcune persone in borghese e armate di mitragliette, probabilmente agenti del regime, che si limitavano a controllare la situazione. Da quello che ho potuto capire, non sembrerebbe un Paese sull’orlo di una guerra civile”. E di ”normalita’ ” nella capitale, ha parlato anche un centinaio di studenti libici diretti a Perugia e Siena per motivi di studio. ”Il nostro viaggio in Italia era gia’ stato pianificato”, si sono affrettati a spiegare ai giornalisti presenti al Leonardo da Vinci. ”Come scorre la vita a Tripoli? Come al solito”, hanno quindi risposto prima di salire a bordo di due pullman diretti in Umbria e Toscana
17.03 Due cacciabombardieri libici Mirage sono atterrati a Malta
