WASHINGTON – Grazie a uno stratagemma procedurale, i republicani del Wisconsin sono riusciti ad approvare le norme contro la rappresentanza sindacale e la contrattazione collettiva da settimane al centro di fortissime proteste da parte di migliaia di impiegati pubblici dello Stato.
Si tratta di una misura fortemente voluta dal governatore Scott Walker, a suo dire necessaria per ridurre il deficit pubblico. Per bloccare questo voto, i 14 senatori democratici avevano lasciato lo Stato volando in Illinois, impedendo cosi al Senato di raggiungere il quorum, i tre quinti degli aventi diritto, necessario per votare le leggi di spesa.
Poi è arrivata la svolta. I senatori repubblicani hanno deciso di stralciare, dall’intero provvedimento, le norme che riguardano i sindacati e il contratto collettivo. In questo modo hanno creato un nuovo testo che, non trattando misure fiscali, poteva essere approvato a maggioranza semplice. E così è accaduto. Con il voto finale della Camera, il testo è diventato legge e molto presto sarà firmato dal governatore del il varo definitivo. Contro questa strategia parlamentare, è scattata ancora più vigorosa la protesta dei sindacati e dei dipendenti pubblici dello stato.
Fuori dalla sede del parlamento sono apparsi cartelli con su scritto ”vergogna”, e slogan contro la destra accusata di aver appoggiato una sorta di ”colpo di stato”. A loro, e soprattutto ai parlamentari democratici che con la loro fuga hanno cercato di bloccare la legge, ha replicato lo stesso governatore: ”I democratici hanno avuto a disposizione tre settimane per discutere questa legge e abbiamo offerto loro molte opportunità per tornare in Aula, proposte che loro hanno sempre rifiutato”, ha sottolineato Scott Walker. Altrettanto dura la risposta del portavoce del partito dell’asinello, Graeme Zielinski: ”I repubblicani sono venuti meno alla parola data, portando avanti, senza la nostra presenza, la legge più traumatica e lacerante della nostra storia moderna. In poche ore sono state cancellate conquiste sindacali di tre decenni”.