ROMA – Allarme del governatore di Bankitalia per la crescita. “Stenta da 15 anni – ha detto questa mattina al Forez – e i tassi di sviluppo del nostro paese sono attorno all’1%”. La domanda interna, inoltre, rimane “debole”, e per tornare allo sviluppo sarebbe necessario un assetto normativo ispirato pragmaticamente all’efficienza del sistema”.
E ulteriore preoccupazione per i prossimi mesi arriva dalla situazione libica. “Nella nostra economia – spiega il numero uno di Palazzo Koch – un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell’arco di tre anni”.
“Si è già cominciato – dice Draghi – ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita”. L’Italia, sottolinea ancora, “dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa”.
“I salari d’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali – analizza poi – sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. E il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori”.