Via libera al salvataggio dell’Irlanda e a una boccata d’ossigeno supplementare alla Grecia. I ministri delle Finanze dei 16 Paesi dell’Eurogruppo hanno raggiunto oggi all’unanimita’, nel corso di una riunione straordinaria, un accordo per la concessione di un prestito da 85 miliardi di euro che permettera’ a Dublino di ristrutturare il sistema bancario e superare le difficolta’ causate dall’esplosione del deficit e del debito pubblico.
Cogliendo l’occasione, l’Eurogruppo si e’ impegnato anche ad esaminare la possibilita’ di portare dagli attuali 6 a 10 anni – come stabilito per l’Irlanda – il periodo durante il quale Atene dovra’ rimborsare il prestito ricevuto da Ue e Fmi. L’intervento in favore dell’Irlanda, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker presentando i termini dell’operazione, rappresenta una ”garanzia per la stabilita’ finanziaria dell’eurozona e dell’intera Ue”.
Con uno scatto d’orgoglio e per salvaguardare il piu’ possibile la sua autonomia, l’Irlanda, a differenza di quanto accaduto nel caso della Grecia, partecipera’ direttamente al suo salvataggio mettendo nel piatto degli aiuti una quota pari a 17,5 miliardi di euro. Soldi, ha spiegato il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, provenienti dai fondi pensioni irlandesi che saranno remunerati a tassi di mercato. Tolti i soldi messi direttamente dagli irlandesi, i restanti 67,5 miliardi saranno in parti uguali (22,5 miliardi ciascuno) a carico dell’Fmi, del Fondo europeo di stabilita’ finanziaria (Efsf) e del meccanismo di stabilita’ che si avvale delle garanzie offerte dal bilancio comunitario.
In quest’ultima quota sono compresi anche i fondi che Gran Bretagna, Svezia e Danimarca hanno deciso di mettere a disposizione per il salvataggio dell’Irlanda pur non facendo parte dell’eurozona. L’accordo raggiunto tra Dublino ed Ue-Fmi prevede che 10 miliardi vengano utilizzati subito per la ricapitalizzazione delle banche piu’ in difficolta’ e 25 miliardi vadano a costituire un fondo a disposizione per azioni di sostegno al sistema creditizio irlandese. I restanti 50 miliardi sono destinati e a fronteggiare le esigenze di bilancio. Le condizioni fissate per la concessione del prestito, ha spiegato Juncker, sono essenzialmente tre: la ristrutturazione del sistema bancario; un ”ambizioso” piano di risanamento delle finanze pubbliche per riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3% nel 2015 (oggi e’ al 32%); la realizzazione di riforme strutturali, in primis del mercato del lavoro, per ridare slancio alla crescita del Paese. Al prestito all’Irlanda – che sara’ erogato nell’arco di tre anni – sara’ applicato un tasso d’interesse poco al di sotto del 6%. La restituzione dei soldi ricevuti comincera’ solo a partire dal terzo anno e avverra’ nei successivi sette.