L’uscita di Quadrino ha alimentato le voci di un rimpasto anche nelle file degli italiani. Mentre la Lega spinge per la candidatura di Bruno Caparini (potrebbe prendere il posto del dg di A2A Paolo Rossetti) voci senza conferma ripropongono l’ipotesi di un’uscita del presidente Giuliano Zuccoli. Nei mesi scorsi si era parlato di una sua sostituzione con Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, come “premio” per la sua mancata candidatura alle comunali. ”Se mi offrissero la presidenza prenderei in considerazione la proposta ma al momento nessuno mi ha contattato”, ha dichiarato Albertini.
La situazione resta fluida e non si esclude una riconferma in blocco dei rappresentanti italiani in cda. Ma non sono solo i francesi a lamentarsi di Quadrino (che peraltro ha attuato le strategie volute da Edf). A2A ha a più riprese espresso il proprio malcontento per una gestione che ha privilegiato gli interessi dei francesi e che ora costringe la multiutility a incassare nel bilancio 2010 svalutazioni per circa 130 milioni di euro, riducendo l’utile a circa 296 milioni. Lo stesso presidente del consiglio di gestione di A2A, Zuccoli, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore il 24 marzo, non aveva usato parole tenere nei confronti di Quadrino tanto da arrivare a dire: «Non è accettabile che un manager dia il ben servito ai suoi azionisti, i ruoli vanno rispettati. Nel senso che sono gli azionisti a poter licenziare l’ad e non viceversa». Fatto puntualmente verificatosi quattro giorni dopo.
L’unica incognita resta la posizione del ministro dell’economia, Giulio Tremonti, presente a un convegno dell’Aspen a cui ha partecipato anche Quadrino. Le mosse dei francesi sono sotto stretta osservazione da parte del ministro che ha bloccato l’accordo di inizio marzo sul riassetto di Edison e non ha intenzione di vedere Foro Buonaparte finire sotto il totale controllo di Parigi.
