ROMA – La barca Europa arranca e, soprattutto, fa acqua da tutte le parti. Lo spread torna ai livelli della scorsa settimana, come se il vertice Ue e lo scudo antispread deciso grazie all’insistenza di Mario Monti fosse stato solo un cerotto momentaneo. VenerdƬ il differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi ĆØ tornato a 470, esattamente i numeri che si vedevano prima del vertice europeo. A 554 quello spagnolo. I mercati insomma non si fidano e a dire il vero di segnali incoraggianti ce ne sono pochi. In 24 ore Banca centrale e Fondo monetario hanno concordato su un fatto: la crisi gode ancora di ottima saluta e i segni di ripresa sono ancora molto timidi. Lo ha detto Mario Draghi giovedƬ e l’effetto sui mercati ĆØ stato immediato, nonostante avesse appena abbassato i tassi allo 0,75%. Lo ha ripetuto venerdƬ Christine Lagarde, allargando l’allarme di Draghi a livello internazionale. Lo scenario ”sta peggiorando”, ha detto il direttore del Fmi, e il fenomeno interessa non solo l’Europa, ma anche gli Usa fino ”ai mercati emergenti, come Brasile, Cina e India, che stanno rallentando in modo più o meno marcato”. Come dire che se qualcuno sperava nell’effetto-traino delle economie dinamiche, può sperare invano.
Ma la confusione dei mercati ĆØ stata alimentata da due Paesi dell’area euro. Grecia e Finlandia. Il primo candidato naturale all’uscita dalla moneta unica per le sue debolezze strutturali, il secondo che proprio venerdƬ si ĆØ autonominato all’espulsione per non dover scontare troppo la debolezza altrui. Il ministro delle finanze di Helsinki, Jutta Urpilainen, ha detto che ”la Finlandia non resterĆ attaccata all’euro ad ogni costo, noi siamo pronti a tutti gli scenari, anche all’abbandono della moneta unica. La responsabilitĆ collettiva dei debiti…e i rischi degli altri paesi non ĆØ quello al quale dobbiamo prepararci”. E la Finlandia, insieme all’Olanda, ĆØ proprio quel Paese che si ĆØ impuntato di più proprio contro lo scudo antispread voluto da Monti e approvato dal vertice Ue del 28 giugno.
E poi la Grecia, il malato per eccellenza. Che con notevole tempismo proprio venerdƬ ha chiesto ai suoi creditori internazionali altri due anni per risanare i conti pubblici. Ce n’ĆØ insomma di materiale per far fibrillare i mercati. Non a caso Milano ha chiuso con un sonoro -2,53%. Ora l’attesa ĆØ tutta puntata per l’Eurogruppo di lunedƬ 9 luglio: in questa sede i Paesi dell’euro dovranno chiarire i termini e le condizioni dello scudo antrispread e delle altre decisioni prese nel vertice europeo. A occhio, non sarĆ una giornata noiosa.
