
ROMA, 3 GEN – Cronologia dello spread negli ultimi due anni e tre governi.
Dal record storico dei 575 punti base di novembre 2011, nei giorni della fine del governo Berlusconi, passando per i “Monti russi” del governo tecnico (prima giù a 287, quindi un nuovo decollo sopra la quota dei 500 punti a luglio 2012) fino a rivedere oggi i minimi da due anni e mezzo, sotto i 200 punti.
Ecco in sintesi le principali tappe segnate dallo spread tra crisi del debito, contromosse Bce, ma anche scossoni delle vicende politiche italiane con il passaggio di tre governi, tra elezioni e riconferma di Napolitano alla presidenza.
= 2011 =
– 9 novembre: lo spread, da giorni vicino ai 500 punti in vista di un possibile addio di Berlusconi, supera la fatidica soglia, e tocca il record di 575 punti con il rendimento del Btp che schizza al 7,47%
– 16 novembre: il governo passa da Berlusconi a Monti, ma per lo spread non c’è pace: il differenziale è a 530 punti con il rendimento ancora al 7%
– 30 novembre: la svolta arriva con l’intervento delle banche centrali di mezzo mondo, che intervengono pesantemente per aumentare la liquidità. Lo spread scende a 474
– A fine dicembre torna la tempesta; lo spread vola sopra 500.
= 2012 =
– A fine gennaio inizia una lunga discesa: il 19 marzo tocca 276
– 24 luglio: per i timori sulla Spagna, lo spread torna rapidamente a salire, si arriva fino a quota 528.
– 26 luglio: Draghi promette di fare tutto il necessario per salvare la moneta unica e assicura che ”basterà”. Sui mercati torna il sereno. Le Borse si riprendono e il differenziale si raffredda progressivamente.
– 6 settembre: arriva la svolta vera della Bce con il piano anti-spread Omt che prevede acquisti illimitati di titoli di Stato. Lo spread scende sotto i 400 punti a 370.
– 17 ottobre: schiarita sul possibile salvataggio della Spagna, lo spread va giù a 313 punti.
– 3 dicembre: La Grecia annuncia il buyback di titoli di Stato, la Spagna formalizza la richiesta di aiuti per le sue banche e il differenziale scivola fino a toccare i 292 punti.
= 2013 =
– 2 gennaio: la prima seduta dell’anno è sotto la ‘soglia Monti’ di 287, a 283 punti col tasso al 4,27%.
– 25 gennaio: il differenziale scende a 245 punti base, minimi da luglio 2011.
– 7 febbraio: la forbice torna a riallargarsi a 300 punti base.
– 27 febbraio: lo spread risente del risultato elettorale e dell’incertezza politica. Sale a 350 punti base.
– 22 aprile: nel primo giorno di scambi dopo la rielezione di Napolitano tocca i 279 punti.
– 30 aprile: dopo il sì di Camera e Senato, il governo di Letta ‘incassa’ anche la fiducia del mercato, con lo spread che si restringe fin sotto la soglia dei 270 punti.
– 20 giugno: la Fed Usa preannuncia la riduzione delle iniezioni di liquidità a sostegno dell’economia e infiamma i mercati. Lo spread di nuovo vicino a quota 300.
– 9 agosto: si susseguono notizie incoraggianti sulla ripresa dell’economia e lo spread scivola sotto la soglia dei 250 punti, a 248, a un passo dai minimi degli ultimi due anni.
– 12 agosto: continua lentamente ma in modo costante il calo dello spread. Scende fino a quota 245 prima di chiudere a 245,5 punti base, segnando il minimo dal 22 luglio 2011.
– 28 agosto: pesa la crisi siriana e lo spread torna sopra 260
– 30 settembre: dopo un mese di cali, le tensioni sull’annuncio delle dimissioni dei parlamentari Pdl fa ritoccare quota 288
– 2 ottobre: Letta incassa la fiducia e si torna a 253 punti
– 16 ottobre: lo spread scende sotto quota 230 dopo oltre 2 anni
– 30 ottobre: Saccomanni promette spread a 200 punti nel 2014, ma il differenziale torna sopra 250 – Inizia una lenta discesa, sotto i 220 punti il 16 dicembre e sotto i 210 il 2 gennaio.
– 3 gennaio: lo spread scende sotto la soglia psicologica dei 200 punti. È la prima volta dal 6 luglio 2011.