GIACARTA – Una mamma orangotango è stata salvata nelle foreste in fiamme dell’Indonesia, nella provincia occidentale di Kalimantan, insieme al suo piccolino, che lei stessa era riuscita a portare in salvo.
Gli incendi che dal luglio scorso stanno devastando l’Indonesia hanno catapultato il Paese asiatico al vertice della classifica dei più grandi inquinatori mondiali, davanti a Cina e Usa. Negli ultimi di mesi le emissioni giornaliere indonesiane di CO2 sono state superiori a quelle cinesi in almeno 14 giorni, e a quelle Usa in 47 giorni.
Nel Paese gli incendi rilevati dai satelliti sono oltre 117mila. Il ministro indonesiano per gli Affari sociali, Khofifah Indar Parawansa, ha reso noto che è salito a 19 il numero delle vittime delle esalazioni dei roghi, mentre sono stimate in mezzo milione le persone con problemi respiratori.
A bruciare, nelle foreste indonesiane, è la torba, cioè i resti vegetali che sono nel terreno e che contengono 60 miliardi di tonnellate di carbonio, sei volte di più delle emissioni annuali da combustibili fossili di tutto il Pianeta.
L’ultima volta che l’Indonesia è stata devastata dagli incendi, nel 1997, si stima che abbia prodotto tra gli 800 milioni e i 2,57 miliardi di tonnellate di CO2, ha ricordato Greenpeace. Il 1997, proprio come quest’anno, è stato caratterizzato da una forte presenza del fenomeno climatico El Niño, che porta siccità nel Paese. Ad aggravare la situazione, però, sono soprattutto i decenni di deforestazioni e drenaggio del suolo nel nome dell’olio di palma, che hanno reso il terreno più vulnerabile agli incendi.
