Le Primarie del centro sinistra allineano oltre alle due zarine, Vincenzi e Pinotti (furibonde a sentirsi chiamare così), ma in questa posizione postesi davanti alla consultazione interna e a Marco Doria l’ ”erede”, protagonista di una campagna molto soft ma penetrante negli ambienti del vecchio Pci-Pds e Ds più Rifondazione-Sel che di fatto ha governato Genova negli ultimi quaranta anni,, anche Angela Burlando, schierata dal Psi risorgente, una ex funzionaria di Polizia, già consiglere comunale per il Pd.
La religione e le sue contese diventa, quindi, una specie di paravento per le vere questioni che martellano il territorio genovese, straziato il 4 novembre scorso da una alluvione disastrosa e forse anche un po’ mediaticamente dirompente, che ha azzerato quasi il turismo di Natale e Capodanno, insieme alla crisi globale, mettendo in ginocchio turismo e commercio. Dai gorghi di quella alluvione la signora sindaco, dopo avere espresso tra le lacrime proposte di ritiro, era risorta come l’Araba Fenice, con una irruenza raddoppiata, fuoco di fila di annunci, spettacolari esibizioni e tam tam sulle magnifiche e progressive proiezioni della sua amministrazione. La grida sulla Moschea da costruire, che era stato l’annuncio ritmico di ogni Capodanno per l’anno successivo nel 2008, 2009, 2010, 2011, senza che mai alle parole seguisse un solo fatto, è stato uno dei sigilli a questa marcia trionfale verso il 12 febbraio, data delle attese Primarie.
A tanto attivismo polemico e senza che in calendario appaia anche un solo confronto diretto tra i contendenti del centro sinistra, dall’altra parte dello schieramento, regnano la massima confusione e i medesimi contorcimenti interni. Là, nelle acque del centro destra o più generalmente nello specchio di mare aperto per ogni flotta diversa da chi inalbera vessilli di sinistra, l’unica nave che ha preso il largo è quella del senatore Enrico Musso, sconfitto dalla Vincenzi cinque anni fa, quando era il candidato di Berlusconi, ma che dopo un processo lungo, ma molto determinato ora veleggia con una bandiera civica trasversale, spinto da una Fondazione Oltremare che da anni sta lavorando a un progetto alternativo della città. Passato al Gruppo Misto del Senato, gamba liberale, il quarantenne senatore, professore di Economia, come Marco Doria, vorrebbe farsi spingere da un vento cittadino appunto trasversale, mettendo insieme il soffio continuo e potente della tramontana assimilabile al suo pubblico appunto libero e trasversale, a quello di tempesta del libeccio che spazza Genova e le sue spiaggie, liberando metaforicamente la città dai vecchi riti e dalla vecchia nomenclatura e allo scirocco, che raccoglie anche con un po’ di pesantezza un centro destra genovese oramai senza né mamma, né papa’. E mettiamoci anche un bel maestrale che potrebbe improvvisamente far arrivare a Genova, che non lo conosce tanto bene per motivi orografici, i voti per Musso dell’Udc, indecisa se stare di qua o di là.