Le ambizioni non certo sottotono di Musso hanno un confine nelle mosse incerte e confuse del centro destra ufficiale, quello della Pdl e della Lega dove, ancor peggio che nel centro sinistra, i possibili candidati sindaci si moltiplicano e si elidono un po’ per la loro debolezza o po’ per la convinzione che tanto non c’è niente da fare. Così vengono bruciati sui roghi del Pdl personaggi come l’irruente medico consigliere regionale Matteo Rosso, come la pasionaria, anch’essa consigliera regionale Raffaella Della Bianca, come il numerario Opus Dei Pierluigi Vinai, ex fedelissino di scajola, vice presidente della Fondazione Carige, come il quieto onorevole avvocato, Roberto Cassinelli. E nel patatrac di un partito che non scova candidati veri nella pancia genovese, ecco che spunta la proposta choc di allearsi con i nemici del centro sinistra e varare una candidatura civica, “necessaria” per affrontare l’emergenza epocale genovese. Parola del coordinatore della Pdl, l’onorevole Michele Scandroglio.
E ispirazione segreta dell’onorevole Claudio Scajola, che a Imperia medita il da farsi non solo per la Patria, ma anche per Genova matrigna e sempre un po’ distante,
Sembra che questa offerta, manco fossimo a Roma e avessimo a disposizioni un Monti genovese pronto a immolarsi, o manco avessimo un possibile ticket tra un candidato di sinistra(magari la Pinotti) e uno civico (magari Musso) , sia stata già ricacciata indietro dal bastione del Pd.
E allora è giusto che, in queste condizioni la battaglia di Genova diventi soltanto una guerra di religione?