
ROMA – Il colloquio tra Enrico Letta e Angelino Alfano sarebbe andato male. Ma come sarebbe potuto andare diversamente?
Il presidente del Consiglio aveva rivolto un appello a tutti, e a Berlusconi in particolare, a far prevalere l’interesse generale su ogni interesse particolare, ma questo appello non solo non è accoglibile dal Cavaliere, ma, in questo momento, suona pure come una sanguinosa provocazione.
Piaccia o no, Berlusconi è sempre stato così: non esiste per Lui distinzione alcuna tra l’interesse pubblico e il suo interesse privato.
Non esisteva prima, figuriamoci ora che ha già rimediato due condanne in via definitiva e forse ne arriveranno anche altre.
Il merito di queste condanne non interessa ai suoi sostenitori e neppure ai suoi fedelissimi.
Quello che conta è cancellare gli effetti delle sentenze, trovare un salvacondotto e, poi, a colpi di videomessaggi in tv, cancellare dalla memoria il ricordo del passato, giocando la carta della persecuzione comunista, quella di sempre.
Altrove il protagonista di una simile sceneggiata sarebbe travolto dalle risate e accompagnato alla porta dai suoi stessi sostenitori, qui no e sarà il caso di prenderne atto il prima possibile.
Senza grazia, salvacondotto o sostanzioso rinvio del voto sulla decadenza, ci sarà la caduta del governo ed il voto anticipato.
Perché mai dovrebbe rinunciare al vantaggio di votare con il Porcellum e con il controllo delle principali piazze mediatiche?
Come sempre il Cavaliere gioca le sue carte con abile spregiudicatezza e alla fine sarà lui e solo lui a decidere sul suo futuro che, in questo momento, non prevede né i lavori socialmente utili, né l’esilio in qualche lontana villa.
Tanti auguri infine a chi pensa che un consistente gruppo di parlamentari eletti da Berlusconi sia pronto a tradire e a sostenere comunque il governo Letta.
Il Cavaliere, e la sua storia lo dimostra, dispone di solidi, anzi solidissimi argomenti, per convincerli a restare e non esiterà ad utilizzarli.
Sarà il caso che chi ha davvero intenzione di chiudere con il “Suo ventennio” si rassegni a batterlo politicamente, perché, condannato o non condannato, candidabile o non candidabile, sarà ancora Lui a controllare la destra alle prossime elezioni.
