In che modo il governo italiano e i grandi media nazionali, molti dei quali controllati dal governo e alcuni dei quali visibili anche in Libia, decideranno di ospitare le voci del dissenso e persino i loro blog e i loro siti che sono stati oscurati, affinchè i massacri possano compiersi senza forma alcuna di controllo da parte della opinione pubblica inernazionale.
Comprendiamo tutto e sappiamo quanto siano difficili le scelte in materia di politica estera, ma sino a quando continueremo a restare sospesi tra i dittatori e il radicalismo fondamentalista, lasciando senza interlocutori politici ed istituzionali quei movimenti che stanno prendendo corpo e coscienza politica e che non vogliono più restare schiacciati tra forme diverse di dittatura e di integralismo?
Nelle scorse settimane, di fornte alla rivolta egiziana, il prsidente del Consiglio, come sempre scarsamente informato sulle gradi questioni internazionali, si schierò con ” il saggio Mubarak”, speriamo che, almeno questa volta, il ministro Frattini lo aiuti a scegliere meglio gli aggettivi e magari, se possibile, ad essere più prudente quando un altro “amico colonnello o generale” dovesse mai decidere di tornare in Italia.