In mezzo a questa “contraddizion che nol consente” starà chi governerà l’Italia nel 2011. Berlusconi se dura. E se Berlusconi cadesse? Resterebbe…il niente. Non il Pdl, dimostratosi partito degli affari più che “di plastica”. Verdini e la sua banca, Scajola e i suoi rapporti con il giro degli appalti nelle opere pubbliche, Bondi con i suoi “aiutini” ai familiari in difficoltà , Cosentino… Partito di affari e affari l’un contro l’altro: la Sicilia che si stacca, la Toscana che si agita, la Campania divisa “per bande”, il Veneto che si consegna alla Lega. Se Berlusconi cade non resta certo il Pdl.
Resta allora la Lega? Resta certo, gonfia di voti ma orfana di un governo nazionale e soprattutto della “golden share” che oggi ha nel governo Berlusconi. Resta la Lega ma come non mai una Lega che “secede” dall’Italia.
Resta allora il centro sinistra? Centro sinistra? Casini non si somma con Vendola, non si somma la gente dell’uno e dell’altro. Non si fonde la gente di Grillo e quella di Vendola. L’alleanza politica, di partiti e di gente che si profila, quella dal Pd di Bersani all’Idv di Di Pietro, alla Sel di Vendola, con “l’appoggio esterno” di quel che resta di Rifondazione comunista, è indistinguibile dall’Unione che non sapeva e non poteva governare. Che governo potrebbe essere quello che somma i conti di Draghi con il sogno di Vendola? Le primarie della sinistra diranno che centro sinistra non c’è.
Resta allora il Centro, quello di Casini, Fini, Rutelli? Resterebbe nelle intenzioni. Se Berlusconi cadesse, resterebbe quel che resta quando un bambino butta giù le sue “costruzioni”: pezzi, pezzi di legno colorati. Ma Berlusconi sta già cadendo e, se resta, resta immobile. Berlusconi e il suo governo sono la cartapesta, ruvida nel potere, avvolgente negli affari, abrasiva delle regole e della Costituzione. Ma cartapesta, scenario. Dunque cartapesta e pezzi sparsi: è questo il materiale con cui l’Italia si accinge ad affrontare il rientro del debito italiano ed europeo. Compito immane e severo, socialmente drammatico. Compito di fronte al quale Berlusconi fa moltissimi fessi e contenti, Vendola fa molti speranzosi e falliti, Bersani fa quel che può e cioè nulla, Fini e Casini “ci fanno” e Grillo “fan…culo” tutti. Non siamo la Grecia e neanche l’Irlanda e neanche il Portogallo e siamo più ricchi della Spagna. Abbiamo soldi in banca come nessuno al mondo, case di proprietà e nonni che reggono la famiglia, aziende e gente che lavora. Ma quando arriverà il “conto” avremo solo e soprattutto cartapesta, pezzi sparsi e uova da tirare.
