Augustin Scalbert è un giornalista del sito di informazione indipendente francese Rue89.com finito sotto inchiesta per ricettazione, per la pubblicazione sulla pagina web di un fuorionda del presidente Nicolas Sarkozy negli studi televisivi dell’emittente pubblica France 3, nel luglio del 2008. Ora, il giornalista rischia 5 anni di carcere e una multa da 375mila euro.
Nel video, in cui Sarkozy se la prendeva con un tecnico per non averlo salutato al suo arrivo e domandava al conduttore incaricato di intervistarlo “quanto tempo era rimasto nell’armadio”, era stato visionato centinaia di migliaia di volte nella prima settimana di pubblicazione, spingendo il canale a fare denuncia per “furto, ricettazione e contraffazione”. Per la stessa vicenda, un tecnico di France 3 è già sotto inchiesta per furto.
Così, se in Italia i giornalisti sono sul piede di guerra per la cosiddetta “legge-bavaglio” (il ddl sulle intercettazioni), in Francia la situazione non è migliore. Molti media hanno preso di mira il presidente Sarkozy e lo accusano di voler “mettere la museruola” al buon giornalismo.
Il giornalista di Rue89.fr non appare affatto turbato e difende il suo operato: «Il giudice mi ha chiesto da dove venissero le immagini, ma mi sono rifiutato di rispondere. Sono sorpreso di essere accusato di questi reati. Io ho fatto solo il mio mestiere». Ciò che appare sconcertante alla maggior parte degli addetti ai lavori è che questa vicenda, che risale a due anni fa, non sia stata ancora archiviata.

Anzi, secondo molti osservatori questo accanimento è la prova che Sarkozy vuole controllare i media: «Questa è l’ennesima dimostrazione che Sarkozy interviene direttamente sul funzionamento di France 3» denuncia Scalbert. La maggioranza dei media fa quadrato attorno al giornalista: «È scandaloso e contrario alla legge sulla protezione delle fonti – ha dichiarato Dominque Pradalié, portavoce del sindacato nazionale dei giornalisti -. Faremo tutti i tipi di ricorsi per combattere questo abuso». Dello stesso avviso il collega Jean-François Téaldi che rileva: «Qualsiasi sanzione sarebbe un attentato alla libertà di stampa». Anche i verdi denunciano «lo scandalo» e sostengono che vi è un chiaro «tentativo di berlusconizzare i media francesi».
Ecco il video del 2008 che ha irritato Sarkozy:
